“Pasticcio in agguato” con questo titolo il Quotidiano nazionale ha sintetizzato il commento di Giuliano Cazzola, sostanzialmente insoddisfatto di quanto è uscito dalle stanze di Palazzo Chigi per approdare in Parlamento “(probabilmente al Senato – scrive l’esponente del Pdl – dove la Commissione Lavoro ha un maggior dna riformista di quello della Camera). Dipenderà molto, allora, dagli strumenti legislativi e dalle relative procedure che il governo adotterà (con legge delega ?) e dai margini di mediazione consentiti”. Sul merito, sostiene Cazzola “il Pdl ha ottenuto una vittoria di principio perché l'articolo 18 dello statuto sarà modificato secondo una versione italiana della cosiddetta soluzione tedesca”. Ma, visto che “la misura degli indennizzi è particolarmente onerosa, tanto da sembrare vessatoria, gli effetti pratici di tali modifiche saranno, invero, assai modesti”.

Sul fronte flessibilità l’insoddisfazione del senatore Pdl è totale
: “La Cgil (e quindi) il Pd – scrive –, magari senza accorgersene, conseguiranno un successo, in via di fatto, di ampia portata; perché nel provvedimento del governo passeranno gli pseudo valori della mistica della precarietà”. E ancora: “Ma, al di là della doverosa lotta agli abusi, chi pensa di costringere le aziende ad assumere a tempo indeterminato attraverso un percorso fatto di vincoli, divieti, autorizzazioni ed ispezioni è un illuso, perché esse preferiranno non assumere”. Dunque: “Dopo questa riforma il mercato del lavoro diventerà più rigido, a scapito della crescita e dell'occupazione”.