CATANIA – C'è Luisa Grasso, lavoratrice dell'Ipab (Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza) di Acireale, che racconta emozionata di fronte a Susanna Camusso e Rossana Dettori, come i ritardi sugli stipendi dell'istituto oscillino tra i 20 e persino i 70 mesi. "Ma gli anziani da assistere non possiamo mica abbandonarli". E c'è chi, come l'infermiere Angelo Melita, ricorda con foga che lavorare ogni giorno a stretto contatto con i malati significa spesso rischiare la propria di salute, anche solo per un prelievo sbagliato. E nel frattempo la sanità si impoverisce e questo non giova certo alla collettività.

Senza dimenticare chi come Sonia Limura, della Mga (Mobilitazione generale avvocati) racconta una professione, quella legale, alle prese con un reddito sempre più basso e una partita Iva da gestire, senza diritti minimi, alle prese con le regole dell'Ordine di appartenenza e "con una pressione previdenziale elevatissima". Le parole di Antonella Fucile, della ex Provincia di Siracusa, risuonano come un duro richiamo alla realtà: "Le Province non sono affatto chiuse come vogliono far credere. Siamo senza governance, i commissari non sanno più cosa fare perché gli hanno dato una macchina senza motore. Perché dobbiamo avere stipendio se non dobbiamo assicurare servizio?".

La parola è passata prima di tutto ai lavoratori del pubblico impiego stamattina (24 febbraio), nel corso dell'assemblea tenuta a Catania, al Palazzo della Cultura, con il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e il segretario generale della Funzione pubblica Cgil, Rossana Dettori, per discutere della Carta dei Diritti universali del Lavoro, la proposta per un nuovo Statuto dei lavoratori. Proprio quei lavoratori al centro di un dibattito nazionale, che una certa politica dipinge come "privilegiati" o "fannulloni", mentre la realtà racconta soprattutto di doveri ben assolti, di precarietà a volte pluridecennali, turni sfiancanti, gravi responsabilità, a volte poca gratificazione economica.

Un incontro molto partecipato, con almeno 500 le persone in sala: seduti al tavolo insieme alle due rappresentanti nazionali, anche il segretario generale della Camera del lavoro di Catania, Giacomo Rota, il segretario di Cgil Sicilia Michele Pagliaro, il segretario generale di Fp Sicilia, Michele Palazzotto, il segretario della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo. Al centro del dibattito la realtà di una Catania sempre più povera ma con tanta voglia di farcela, anche partecipando alla raccolta firme per la Carta, che mira a superare le differenze tra lavoratori con e senza diritti, anche dello stesso comparto. Inevitabile per Rota fare il punto sulle vertenze "bollenti" catanesi, come la Myrmex e la Tecnis con annesse le aziende consociate: "Aspettiamoci una crisi di indotto terribile, e un ulteriore impoverimento di questa città".

È poi Palazzotto a chiarire che la Carta "punta ad affermare i diritti in capo alle persone e non a suddividerli per tipologia contrattuale. Faremo assemblee come questa e raccolta firme. Ce ne vorranno cinque milioni. Sarà mobilitazione generale". "La verità è che il governo non taglia gli sprechi. Ma i servizi", aggiunge Agliozzo, " i comuni in Sicilia stanno andando verso il fallimento. Non si riescono a pagare gli stipendi. L'immobilismo della Regione siciliana fa sì che ad oggi non si sia approvata la finanziaria e dunque le risorse per i comuni. Serve invece un modello di pubblico che sia nelle condizioni di rilanciare i servizi". Il segretario siciliano Pagliaro si rivolge alla platea di lavoratori pubblici: "Siete i garantiti per eccellenza? Beh, sapete bene che non è così. Siete i capri espiatori e noi veniamo accusati di difendere i vostri privilegi". Tra le testimonianze anche quella di Fabrizio Perricone, responsabile Fp enti locali di Catania, Alfio Bufalino del coordinamento precari.

Per Rossana Dettori è importante che i lavoratori pubblici sappiano intrecciare i loro diritti ai servizi che spettano ai cittadini: "Non siamo quelli che giustificano i comportamenti di chi timbra al posto degli altri, né di chi picchia anziani nelle strutture o maltratta i bimbi in un asilo nido. Il nostro è invece l'orgoglio di chi ascolta, di chi assicura servizi, nella sanità pubblica così come nei ministeri, negli enti locali, nell'ambito dell'igiene ambientale , ma anche delle coop e della sanità privata, che come noi sono senza contratto, oramai scaduto". Il microfono passa a Susanna Camusso. "La parola riforma è ormai un intercalare, i decreti legge si sprecano, i disegni di legge abbondano e sembra che ogni giorno si prendano straordinarie decisioni. Quando riguardano i cittadini un po' meno. Ci è stato raccontato che è stato riformato tutto: la pubblica amministrazione, il mercato del lavoro, la Costituzione. Non ce n'è una che sia andata in porto, o sono tutte a metà", aggiunge.

"Tanti anni che abbiamo alle spalle sono basati sulla svalorizzazione del lavoro e la riduzione dei diritti e dei costi, come è evidente, non ha determinato la possibilità di avere sviluppo e qualità del lavoro". Il leader della Cgil ha invitato a "cambiare strada e tornare ad avere al centro il valore del lavoro e sapere che lavoratrici e lavoratori sono persone, hanno in capo anche diritti non perché hanno un certo tipo di contratto o un altro ma - ha osservato - esattamente perché lavorano". E Susanna Camusso ha sollecitato con forza "Rsu e lavoratori che stanno in quel luogo di lavoro a segnalare i furbetti". "Siamo noi i primi che vogliamo un cambiamento - a suo avviso -, vogliamo poter manifestare lo straordinario orgoglio del nostro lavoro, che è quello che in questi anni di crisi e di difficoltà ha tenuto il filo con le persone che ogni giorno si rivolgono a noi".

Infine un accenno anche alle partecipate: "Quando un governo dice con disinvoltura 'possiamo ridurre a mille le società partecipate', sta dicendo a tutti noi che centinaia di migliaia di lavoratori che stanno in quelle società in tutta Italia non fanno alcunché, possono essere cancellate, confondendo quelli che stanno nei Cda con invece i lavoratori e le lavoratrici che danno tutti i giorni risposte alle persone". Al termine dell’assemblea al Palazzo della cultura, Susanna Camusso ha incontrato in assemblea, sempre a Catania, i lavoratori della Sibeg Coca Cola.