"Non siamo più disposti a subire passivamente il silenzio delle istituzioni e ad assistere inermi a questo rimpallo delle responsabilità. Domani occuperemo Castel di Guido". Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio, la Flai Cgil e la Cgil di Roma nord Civitavecchia Viterbo. "Le nostre organizzazioni - continua la nota - sono da tempo impegnate in un progetto di rilancio di quest'area agricola metropolitana, la più grande d’Europa. Si tratta di un territorio molto vasto, di proprietà della Regione Lazio, che ha al suo interno un'azienda agricola del Comune di Roma".  

Si tratta di un luogo sostanzialmente abbandonato a se stesso, nonostante le sue enormi potenzialità, dove i pochi operatori continuano a lavorare con spirito di sacrificio e abnegazione per mantenere in vita il bestiame ancora presente e garantire all'area un minimo di cura. Nel frattempo, in assenza di un presidio attivo e di prospettive per l'azienda, il caseificio è stato chiuso e le colture abbandonate. "Abbiamo elaborato un documento – spiega la Cgil – che disegna un possibile futuro per Castel di Guido e ottenuto l'adesione una serie di associazioni, di realtà imprenditoriali agricole e semplici cittadini, confluiti nel comitato 'Campagna romana bene comune'. Ma nonostante le reiterate richieste di incontro alle istituzioni per confrontarci sul progetto, siamo rimasti completamente inascoltati. L'occupazione di domani nasce da questa esasperazione. Il nostro obiettivo è rilanciare l’azienda, promuovere la buona occupazione, preservare il carattere pubblico della proprietà e della gestione procedendo all'emanazione di bandi pubblici".

"Il progetto su cui vorremmo richiamare l'attenzione delle istituzioni - aggiunge la nota - è ambizioso. Consiste nel dar vita, all'interno della tenuta di Castel di Guido, a diverse realtà integrate che potranno costituire il cluster laziale del biologico: un'azienda agricola biologica e multifunzionale, un'università (o più semplicemente scuola) del biologico, un centro di ricerca del biologico specializzato su prodotti di IV e V gamma, sulle tecnologie e le energie rinnovabili per l'agricoltura, un centro di trasformazione e di confezionamento dei prodotti agricoli a disposizione anche dei piccoli produttori agricoli biologici del Lazio, un pastificio, un sistema di energie rinnovabili a biomassa multi alimentata e biogas da rifiuti e compostaggio, una struttura amministrativa specializzata per intercettare i fondi nazionali ed europei sull'agricoltura e l'innovazione. Domani illustreremo alla stampa e ai cittadini ulteriori dettagli e fattibilità di questo piano di rilancio".