Hanno rifiutato la mobilità incentivata scegliendo, con sacrificio, di andare in cassa integrazione perché credono nel loro lavoro e chiedono che qualche imprenditore si faccia avanti per acquistare la loro fabbrica. Sono i 20 lavoratori della Carlsberg di Ceccano (Frosinone), che da mesi stazionano giorno e notte davanti ai cancelli dello stabilimento e che non ne vogliono sapere di non poter più produrre birra.

La Carlsberg, multinazionale danese, ha infatti deciso di chiudere la realtà produttiva laziale e ha fatto intendere di cercare un compratore. Ma i tentativi di cessione sono stati finora troppo deboli e nessuno si è fatto ancora concretamente avanti, rischiando di condannare l’azienda alla definitiva chiusura.

“A Ceccano si è prodotta finora una birra di ottima qualità, in grado di soddisfare e di superare le richieste produttive della multinazionale che ne detiene la proprietà – ha dichiarato il segretario nazionale della Flai Cgil Roberto Montagner – e siamo, quindi, di fronte a un’azienda che può fare profitto e che può continuare a rappresentare un patrimonio inestimabile per il territorio così come è stato fino ad oggi”.

“Ci vorrebbe un po’ di coraggio industriale da parte di qualche imprenditore – ha concluso Montagner – che voglia investire in un’azienda che è assolutamente in grado di aggredire il mercato sulla sfida della qualità del prodotto e sulla professionalità dei lavoratori. È per questo che sosterremo con forza la battaglia intrapresa dai lavoratori e cercheremo in tutti i modi di dare un futuro produttivo a questo stabilimento”.