"Continuare insieme, unificando il fronte di tutte quelle categorie che lottano per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro". È quanto ha affermato oggi (28 maggio) il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dal palco di Piazza Partigiani a Lecce, in occasione della manifestazione regionale per lo sciopero nazionale dei lavoratori della grande distribuzione commerciale proclamato da Cgil, Cisl e Uil.

"Il tema - ha aggiunto il leader della Cgil - è la salvaguardia del contratto nazionale di lavoro, strumento fondamentale di tutela del reddito e delle condizioni di lavoro". Lo sciopero è stato indetto dai sindacati di categoria dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto, scaduto da 28 mesi. 

"É prevalsa l'idea che moltiplicare gli orari determini aumento consumi,  non invece grandi problemi di gestione oltre che di rovina della condizione sociale - ha proseguito -. Sembra che l'unica attività debba essere frequentare centri commerciali, proiettati ai consumi di giorno e di notte. Ma il reddito dei lavoratori e pensionati in questi anni è diminuito, si sono abbassati i risparmi, non si dedica tutto il tempo ai consumi. Anche noi guardiamo i conti: non ci possono raccontare che sono tutti disperatamente in crisi e non hanno soldi per rinnovare contratti. E' una scelta: stanno scegliendo di non investire soldi nel lavoro".

Il rinnovo è quindi essenziale, perché "bisogna decidere se lo strumento necessario per unità ed eguaglianza che si chiama contratto o se disgreghiamo questo fronte. Dobbiamo costruire fronte comune con tutte le categorie per lanciare un messaggio: noi i contratti li vogliamo rinnovare, devono restare lo strumento di tutela e adeguamento del reddito dei lavoratori". ll punto di unità del mondo del lavoro "è proprio il contratto nazionale", ha aggiunto, "abbiamo buoni risultati dalle tante mobilitazioni portate avanti dalla categorie. Adesso - ha concluso - bisogna continuare insieme perché l'unità del mondo del lavoro ci permetterà di rinnovare contratti".

Da parte sua, Federdistribuzione nel corso della trattativa ha posto condizioni rigide e non negoziabili: peggioramento del sistema di inquadramento utilizzando la leva del Jobs Act; la possibilità per le aziende di derogare a tutte le norme del futuro contratto anche senza un accordo; aumenti salariali posticipati e minori rispetto all'inquadramento applicato ai dipendenti delle altre aziende commerciali.