"I giudizi critici di Trentin, anche nei confronti del gruppo dirigente della Cgil, non sono una novità". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo alla presentazione del volume Bruno Trentin - I diari 1988-1994, avvenuta oggi alla Camera. "Le ragioni per cui Trentin fece l'accordo del '92 sono note - ha spiegato -. Nel libro c'è una frase che colpisce molto e dà un'idea differente da quella che si va diffondendo. Trentin scrive: 'Il fatto che non ci sono alternative alla mia presenza in segreteria non è vero e non mi convince: la Cgil non può ridursi a una scelta disperata'. Una frase - a suo avviso - che dimostra come Trentin non fosse al di fuori del gruppo dirigente, al contrario: non ne prende le distanze, ha sempre avuto una straordinaria passione per la Cgil".

Sfogliando i diari, ha detto Camusso, "le pagine più 'dolci' sono quelle che descrivono riunioni con migranti, consigli di fabbrica, incontri con lavoratori per parlare delle loro vertenze. Trentin nei diari considera il '93 un risarcimento di ciò che il '92 aveva determinato: arriva così l'idea che si rimetta al centro l'idea di contrattazione. E qui si inserisce l'altra grande battaglia di Trentin, ovvero cos'è proprio la contrattazione". Il segretario, nella sua azione, "ha anticipato molti processi nella Cgil, sciogliendo le componenti e a salvaguardia dell'autonomia". Ha lanciato il messaggio sulla necessità di "superare la dicotomia tra resistenza e governo".

Camusso ha quindi proseguito: "Trentin critica il sindacato nelle sue forme di burocratizzazione e mantenimento di se stesso, lo indica come soggetto di trasformazione che deve avere come fine ultimo la libertà del lavoratore. La formazione e l'aggregazione dei saperi è ciò che permette al lavoratore di essere libero e creativo nella sua attività. Una centralità del lavoro - in conclusione - che si ripropone anche nei grandi cambiamenti e non accetta la trasformazione dell'occupazione in puro reddito".