Per la Cgil non è un fatto di persone. Bene la presidente Maggioni, sicuramente capaci i consiglieri, ma in Rai continuano a prevalere gli interessi politici e di bandiera. “Il Cda, per come è stato nominato, non costituisce quel cambio di verso che tutti si aspettavano e si auguravano, e di cui l'azienda e il paese avevano grande bisogno. Siamo tornati indietro di anni” dice Susanna Camusso. Un giudizio netto e articolato, quello della segretaria generale Cgil, sulla nomina del nuovo presidente e dei nuovi consiglieri di amministrazione della più importante azienda culturale italiana.

Nulla da dire, si diceva, sulle persone
. “Monica Maggioni – dice Camusso – è un’autorevole e preparata professionista, una giornalista che ha saputo dimostrare sul campo il suo valore. Conosce l’azienda ed è conosciuta da chi ci lavora per la sua serietà e le sue capacità, doti che al futuro presidente della Rai non possono mancare in un momento così delicato della vita aziendale”. Come nulla si eccepisce sui singoli consiglieri, di cui la leader sindacale apprezza “le capacità individuali, l’autorevolezza e la professionalità”.

Ma è il metodo, la logica che ha preceduto le nomine a non piacere. “Il cambio della governance della più grande e importante azienda culturale del paese è stato, infatti, accantonato per gli interessi politici e di bandiera” spiega Camusso, sottolineando che “la logica con cui si è giunti a questo rinnovo supera la vecchia pratica della lottizzazione partitica o correntizia, per arrivare addirittura al familismo”.

Nei prossimi mesi e anni la Rai dovrà affrontare passaggi difficili. “Dovrà essere rinnovato – continua il segretario generale Cgil – il contratto di servizio, riproposta e rafforzata la sua vocazione culturale, difeso il pluralismo informativo e il ruolo di servizio pubblico di un’azienda patrimonio dell’intera collettività. E ci sarà da innovare, non solo nella struttura aziendale, nella programmazione e nelle infrastrutture, ma anche sul versante del lavoro”. La Cgil è pronta a fare, come sempre, la propria parte, con “idee e proposte da avanzare”. L’auspicio di Camusso, in conclusione, è che “il nuovo Cda saprà assolvere a questi compiti rilanciando il dialogo con i lavoratori della Rai, sfruttando le loro grandissime professionalità, difendendo il patrimonio di dialogo e di relazioni sindacali che negli anni si è costruito”.