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“Un delegato sindacale licenziato è un segno dei tempi davvero bui che stiamo vivendo. È una scelta che ci preoccupa molto, perché impedire ai lavoratori di avere una rappresentanza sindacale, oltrechè un’aggressione alla nostra organizzazione, è un segnale di un’azienda poco interessata alla qualità del lavoro e della ricerca, una decisione che sa di disimpegno e di disattenzione. Per questo, siamo in sciopero qui oggi, contemporaneamente all’Eni. Sul piano dell’attacco ai sindacati, al nostro in particolare, vorremmo che qualcuno ci confortasse sul fatto che si tratta di un episodio isolato, che non è un clima che si respira in generale nel nostro Paese, dove quando non si sa come affrontare i problemi si attacca il sindacato”. È quanto ha affermato Susanna Camusso, nel giorno dello stop della chimica italiana, con lo sciopero generale di otto ore in tutti gli stabilimenti produttivi di Eni e Saipem. Il segretario generale della Cgil ha parlato presso la sala mensa del petrolchimico di Ferrara, dove si è tenuta un’affollata assemblea dei lavoratori.
Presente alla riunione anche il delegato della Filctem locale, Luca Fiorini, sospeso e poi licenziato nelle scorse settimane da LyondellBasell per motivi disciplinari, mentre era impegnato nelle trattative per il rinnovo del contratto. Per lui, domani in tribunale, c’è l’udienza dibattimentale nell’ambito del ricorso che ha presentato. Nel suo intervento, Fiorini ha denunciato innanzitutto l’approccio neofeudale che si respira all’interno del gruppo. Anche in sua difesa (#iostoconluca) la Cgil continuerà la mobilitazione nel settore nelle prossime settimane, "Il licenziamento di Fiorini deve essere ritirato. Su questo, l'azienda sappia che non c'è nessuno scambio possibile. È in gioco la libertà e la dignità di tutti i lavoratori. È proprio il comportamento di Eni che ha portato la gente in piazza a Gela. Noi vogliamo che venga riconosciuto il valore della rappresentanza collettiva e il riconoscimento del ruolo dei delegati sindacali in azienda”, ha sottolineato il segretario generale della confederazione di corso Italia.
Il sindacato continuerà a battersi a tutela dell’intero settore: “Si tratta di una vertenza decisiva non solo per l’Eni, ma per l’intero Paese. Rinunciare alla chimica è una follia, soprattutto dal punto di vista delle prospettive industriali”, ha aggiunto ancora la leader Cgil.