"L'Italia deve ripartire dalla qualità del lavoro, deve provare a essere innovativa. E invece rischiamo nelle prossime ore di tornare a parlare di articolo 18, come se fosse questo il tema che qualifica la nostra stagione". A dirlo è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, concludendo l'iniziativa organizzata oggi (8 luglio) a Perugia dalla Cgil Umbria, Toscana e Marche nella quale si è discusso di un Piano del lavoro per "l'Italia di mezzo". Nel giorno in cui l'Inps diffonde i dati sulla crescita verticale del lavoro nero, commenta Camusso, "si continua a dare per scontato che la flessibilizzazione e il taglio della rigidità è l'unica risposta", perché "si è tolto il senso dei diritti dei lavoratori". 

Dal leader della confederazione sono giunte alcune indicazioni per queste tre regioni. Anzitutto puntare sulle peculiarità del territorio come il sistema universitario. E poi pensare a un lavoro di qualità in due direzioni. La prima, "reinternalizzare il lavoro delle pubbliche amministrazioni", a paritre dal welfare che in questi territori è stato sempre protagonista. L'altro tema è quello degli appalti e della logistica: "Bisogna cambiare atteggiamento sugli appalti. Se alcune regioni si mettono insieme e danno lo stesso segno, può essere una cosa concreta di attenzione al lavoro di qualità come prospettiva". Anche perché nel campo della logistica, osserva Camusso, "ormai siamo ai reati, alla costruzione sistematica della truffa".

Insomma, una sorta di legislazione d'area. "Proponiamo - conclude la dirigente sindacale - questa idea dell'Italia centrale della coesione, che ha caratteristiche comuni, ma anche tante vertenze da risolvere. La ripresa di questa discussione all'interno della Cgil può essere fatta tra un po' di mesi, per vedere se possiamo arrivare a progetti che si discutono poi nelle Regioni. Sarebbe un messaggio improntante per dire che l'uscita dalla crisi passa per la creazione del lavoro di qualità".