Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, "ha acceso una grandissima speranza per il cambiamento, ma questo cambiamento va declinato dalla parte delle persone che stanno peggio e che si aspettano delle risposte. E non di vedersi tolti diritti e condizioni che fanno parte della dignità del lavoro". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ieri sera (25 novembre) su Rai3, ha commentato l'operato del governo nel programma Ballarò.

Il limite maggiore del premier Renzi, ha spiegato, è stato quello "di non voler vedere il disagio del mondo del lavoro, che è sceso molto civilmente in piazza per dire che bisognava cambiare politica. Lui ha risposto in modo sprezzante". E ancora: "Il grande problema è proprio quello di decidere quale siano la priorità per dare risposte ad un Paese che è sempre più impoverito e che aspetta delle risposte che diano lavoro". In questo scenario, il premier "non può offendere i lavoratori". Sui continui attacchi dell'esecutivo ai sindacati, infine, Susanna Camusso ha osservato: "Si ha bisogno sempre di costruirsi un nemico quando non si è in grado di dialogare".

Il segretario generale della Cgil ha rilasciato anche un'intervista al Quotidiano Nazionale di oggi, 26 novembre. "In una organizzazione come la nostra l'idea della partecipazione è tra quelle fondamentali. Direi ispiratrici", ha detto, quindi chi accusa la Cgil di essere "mandante" dell'astensione alle regionali di domenica scorsa "è "del tutto fuori strada". L'astensione arriva perché "siamo un paese diviso, sfiduciato", a suo avviso, "il presidente del Consiglio ha fatto del disprezzo della Cgil una cifra distintiva della propria azione politica degli ultimi mesi. Quel mondo che la Cgil rappresenta, in particolare in zone come l'Emilia, può essersi sentito escluso".