A meno di 24 ore dal ripristino della normativa europea sull’orario di lavoro del personale del sistema sanitario nazionale, a tutela della salute dei lavoratori e a garanzia della appropriatezza delle prestazioni ai cittadini, la Campania rischia di trovarsi in una situazione insostenibile che può penalizzare gravemente i livelli di assistenza forniti ai cittadini della regione. La dura presa di posizione arriva dalla Fp Cgil della Campania. Il 25 Novembre 2015, come è noto, con l’entrata in vigore della legge161/2014, verranno abrogate le illegittime disposizioni introdotte dalla legislazione italiana che derogavano al rispetto della normativa europea su orari di lavoro e riposi.

Per questo, anche la Campania avrà l’obbligo di garantire al personale della dirigenza e del comparto il rispetto delle 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore, tra la fine di un turno e il successivo, delle 24 ore di riposo settimanale obbligatorio. Previsto anche il divieto di superamento delle 48 ore di lavoro medie settimanali, comprensive dello straordinario, e delle 12 ore e 50 minuti di lavoro continuo.

Ma sarà possibile? “Purtroppo, bisogna constatare che a questo appuntamento si arriva in maniera del tutto impreparata – si legge in un comunicato di Fp Cgil e Fp Medici della Campania –, con il paradosso che un cambiamento positivo si possa trasformare in un rischio reale per l’assistenza in una Regione dove da anni la esigibilità del diritto alla salute è in forte pregiudicato e dove si attende, da sei mesi, la nomina da parte del Governo del Commissario ad acta”.  

La Campania, dopo anni di piano di rientro e di commissariamento, con gli organici ridotti ai minimi termini con la perdita di circa 15.000 lavoratori a causa del blocco del turn over per garantire la giusta applicazione della normativa si vedrà costretta a ricorrere ad accorpamenti, a chiusura di servizi e tagli alla assistenza: per i cittadini, dunque, oltre al danno anche la beffa.  

“I cittadini devono sapere che, a seguito di colpevoli ritardi e in assenza di scelte politiche, a partire da domani 25 novembre 2015 – attacca il sindacato – il sistema salute in Campania è a rischio di implosione con effetti devastanti sulla assistenza, con ulteriore aumento delle liste di attesa, con incremento della migrazione sanitaria extra-regionale e con la progressiva  riduzione dei livelli essenziali di assistenza”.

Per questi motivi, rilanciano i sindacati, “è necessario che lavoratori e cittadini si organizzino e sanciscano un’alleanza per riqualificare il sistema sanitario regionale, per rendere esigibili i diritti costituzionali e mantenere la coesione sociale, per rispondere ai bisogni sanitari e migliorare la assistenza, per contrastare gli sprechi e consentire l’utilizzo più appropriato delle risorse, per assicurare efficacia delle prestazioni ed appropriatezza dei Lea: un’alleanza per garantire la tenuta di un Sistema Salute pubblico, equo ed universale, prima che sia troppo tardi”.