“Emilia Romagna e Calabria unite nella legalità per un nuovo modello sociale e di sviluppo”. È questo il titolo dell’iniziativa che si tiene oggi (venerdì 13 maggio) a Cutro (Crotone), organizzata da Cgil nazionale, Cgil Calabria, Cgil Emilia Romagna, Camera del lavoro di Crotone e Osservatorio Cgil sulla legalità Salvatore Aversa. L'appuntamento è per le ore 17 presso la sala conferenze “Falcone e Borsellino” del Comune (piazza Umberto 1). Partecipa il segretario confederale Cgil Gianna Fracassi.

Il convegno, che si svolge nel luogo d'insediamento storico della cosca 'ndranghetista Grande Aracri, vede a fianco due strutture regionali della Cgil, quelle della Calabria e dell'Emilia Romagna, per sottolineare il radicamento dell'associazione mafiosa su tutto il territorio nazionale, come emerso dalle indagini della Dda e dai maxi-processi Aemilia (in cui le organizzazioni sindacali della regione si sono costituite parte civile), Kyterion e Pesci, e il costante impegno del sindacato nazionale nella lotta alla criminalità organizzata.

“Illegalità e penetrazione delle mafie nell'economia configurano il punto di arretratezza più grave del nostro sistema sociale e civile, che lede profondamente il tessuto economico dei territori coinvolti e i diritti dei lavoratori”, si legge in una nota della Cgil nazionale: "Laddove il lavoro è attaccato dall'illegalità o dalle mafie, la nostra organizzazione partecipa ai processi: è accaduto in Calabria, a Pesaro in un processo per caporalato, e recentemente a L’Aquila per i fatti gravissimi legati alla ricostruzione, dove la costituzione di parte civile è stata presentata dal segretario generale Susanna Camusso".

Vi è poi un altro tema al centro dell'iniziativa odierna: "Il Sud e il Nord del paese possono affrancarsi da ogni mafia mettendo in campo un modello sociale e di sviluppo, incentrato sulla piena affermazione della legalità e il pieno riconoscimento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori? La nostra risposta – continua il sindacato – non può che essere positiva, ed è ciò che la Cgil ha provato a fare con il Piano del lavoro, con la vertenza Laboratorio-Sud Idee per il Paese, con il documento congiunto 'Impresa e Lavoro: le proposte di Cgil, Cisl e Uil sul Masterplan per il Sud', e con i Patti per lo sviluppo, che in alcune regioni, tra cui Emilia Romagna e Calabria, si stanno sottoscrivendo".

Per la Cgil, "sono necessari importanti interventi normativi, a partire dall’approvazione della legge sulla gestione dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie, di cui siamo stati promotori, e che dopo il passaggio alla Camera attende il via libera del Senato. Legalità, diritti, lotta alla criminalità organizzata e a tutte le mafie, sono gli obiettivi con cui, storicamente, il sindacato si è misurato, pagando anche prezzi durissimi”. Così conclude la nota: “Bisogna ripartire dal lavoro, dai valori democratici, di cui il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori è portatore, per ricostruire una strategia d'azione per la definitiva espulsione della criminalità organizzata dal consesso civile".