Promuovere in concreto un migliore funzionamento dell’amministrazione, attraverso la valorizzazione dei nuovi assetti istituzionali. È quanto si propongono le “Linee guida per la contrattazione sociale territoriale” presentate al Comune da Cgil, Cisl e Uil dell’area metropolitana bolognese. Per la prima volta, probabilmente anche a livello nazionale (fra le 14 Città metropolitane istituite con la legge di due anni fa), i sindacati confederali chiedono che i temi fondamentali relativi alla contrattazione sociale territoriale – dai trasporti alla pianificazione territoriale e urbanistica, al welfare coordinato dalla Conferenza socio-sanitaria – vengano discussi con un interlocutore superiore rispetto alla dimensione comunale – quella, appunto, della Città metropolitana bolognese –, con l’obiettivo di dare un peso maggiore, e più omogeneo in tutto il territorio di Bologna e provincia, agli accordi già firmati e a quelli frutto della contrattazione futura.

La piattaforma, per ora presentata solo al Comune di Bologna, è la prima che tiene in forte considerazione questo nuovo livello istituzionale – chiarisce Sonia Sovilla, della segreteria della Cgil bolognese, con delega al welfare –: per noi, una serie di questioni essenziali per il benessere dei cittadini, come anche quelle finalizzate a far fronte a temi cardine quali il disagio abitativo e le nuove povertà, vanno discusse anche a livello metropolitano. Non fanno che dire che i sindacati sono vecchi e mirano alla conservazione dello status quo: queste Linee guida dimostrano invece che noi vogliamo la vera valorizzazione dei nuovi assetti istituzionali, per evitare che rimangano scatole vuole”. Di più: se si parla di contrattazione sociale territoriale, occorre parlare a livello metropolitano anche “dell’immigrazione e dell'accoglienza dei profughi e richiedenti asilo”. Benché, infatti, le politiche dirette all’integrazione degli stranieri non siano citate negli accordi già firmati sulle competenze da assegnare alla nuova istituzione metropolitana, è evidente – chiarisce ancora Sovilla – “che per essere efficaci, queste vadano discusse nel modo più esteso e omogeneo possibile”.

Stabilita questa scala di priorità, e chiesto all’amministrazione bolognese che sui temi caldi delle infrastrutture, della gestione dell’immigrazione e della salute pubblica, si parli con un’ottica più ampia nella nuova sede che ha sostituito la Provincia, ciò che ai sindacati confederali sta particolarmente a cuore discutere con l’amministrazione comunale si riassume, da un lato, nell’urgenza di rendere operative le intese già sottoscritte in materia di diritto alla casa e di appalti (mettendo per esempio in moto il previsto sistema di monitoraggio informatico delle gare in essere che vedono come committente Palazzo d’Accursio). E dall’altro nella volontà di trovare nuove, e ulteriori, “politiche per chi sta peggio – recita il testo della piattaforma – sapendo che, spesso, le persone che versano in condizioni di svantaggio non sono mai state oggetto di politiche precise a loro rivolte”.

Si tratta, quindi, di “estendere, ma anche di innovare, per includere”. Da questo punto di vista, si legge ancora nelle Linee guida, “va attentamente monitorata la situazione del Sostegno all’inclusione attiva (Sia): quanti fanno domanda, chi sono quelli che fanno domanda e soprattutto quanti sono i progetti che si costruiscono intorno a queste fragilità. Quali sono i risultati e quante persone, alla fine del percorso, escono davvero dallo stato di povertà.