“Tutta l’area archeologica di Roma finirà in mano a un consorzio per la gestione del sito culturale più importante al mondo. Ministero e amministrazione capitolina hanno già firmato l’accordo, ma hanno lasciato all’oscuro lavoratori, cittadini e visitatori. Chiediamo al ministro un incontro immediato per fare chiarezza su quella che ha tutti i contorni di un’operazione segreta, che incombe sul pezzo più rilevante del nostro patrimonio”. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa scrivono allarmate al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, in merito all’accordo sulla costituzione del “Consorzio per i Fori di Roma”, un gigante, per ora senza volto, da 6,5 milioni di visitatori l’anno, e da oltre 42 milioni di incasso con le sole biglietterie. Senza contare mostre, convegni, spettacoli e manifestazioni, attività didattiche e divulgative, percorsi turistici e itinerari di visita.

“È preoccupante che si affidino i gioielli di famiglia del Paese a un soggetto avvolto nel più fitto mistero. Chi ne farà parte? Chi lo controllerà? Con quali risorse e quali competenze professionali il Consorzio si occuperà della gestione diretta e indiretta di monumenti come il Colosseo, i Fori imperiali, la Domus aurea o il Palatino?”, attaccano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.

“Sono anni che chiediamo di riorganizzare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, a Roma, come nel resto del Paese. Anni che chiediamo progetti, anche sperimentali, per la conservazione e la fruizione delle nostre eccellenze. E anni che chiediamo di investire nelle competenze e nelle professionalità che servono per farne una leva di sviluppo socio-economico del territorio”, proseguono le tre sigle.

“È sconcertante che si arrivi a soluzioni come questa, senza coinvolgere nessuno e lasciando tutti nell’incertezza, a partire dai cittadini e lavoratori, che ogni giorno, fra tante difficoltà e carenze, operano per migliorare il servizio a migliaia di utenti. Per questo, pretendiamo che il ministro ci convochi subito, e che apra il confronto su un progetto che riguarda tutti, in primo luogo chi mette le proprie competenze al servizio di un patrimonio che appartiene all’intera umanità”, concludono i sindacati.