"Chiediamo che il ddl n. 2134 sui beni confiscati, approvato in prima lettura alla Camera, sia discusso al più presto a Palazzo Madama, e che si arrivi ad una rapida approvazione. Lo abbiamo ribadito ieri, al Presidente del Senato, Pietro Grasso: sarebbe importante arrivare a tale risultato nell'anno del ventennale della legge 109/1996". Così i promotori della campagna 'Io riattivo il lavoro' (Cgil, Libera, Acli, Arci, Avviso pubblico, Centro studi Pio La Torre, Lega Coop, Sos impresa), a seguito dell'incontro con la seconda carica dello Stato.

"Sarebbe utile – spiegano le associazioni – che i presidenti dei gruppi parlamentari, e alcuni li abbiamo già incontrati (Movimento cinque stelle e Pd), calendarizzassero rapidamente la discussione, un passaggio importante a cui siamo arrivati dopo un lungo cammino iniziato con la raccolta delle firme e, il 3 giugno 2013, con la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare".

L'ampia discussione, che ne è seguita, ha arricchito notevolmente e positivamente l'impianto originario, producendo un testo unificato che ha raccolto il contributo e l'elaborazione di varie proposte di legge, e rappresenta l'incontro tra la volontà popolare e le istituzioni, che ne sono state interpreti e veicolo.

"La validità dell'impianto – continuano i promotori –, inoltre, è dimostrata dal fatto che il Governo ha voluto ulteriormente implementare quel testo, inserendo nella legge di Stabilità la decisione di varare subito quel fondo di garanzia per le aziende sequestrate e confiscate, che è uno dei punti importanti della proposta di legge d'iniziativa popolare".

Infine, attraverso un emendamento in aula, l'esecutivo ha anche introdotto norme per il contrasto al fenomeno del caporalato, in particolare sulle confische agli imprenditori che usano questa figura e quel metodo illegali.

"Auspichiamo, quindi, che il Senato mantenga e confermi l'asse fondamentale del testo, approvato lo scorso novembre dalla Camera, che, come promotori della legge di'niziativa popolare apprezziamo – sostengono ancpra le varie sigle –, pur nella convinzione che possano pervenire ulteriori miglioramenti. Ad esempio, pensiamo sia necessario introdurre il tema del sostegno, oltre alla gestione delle imprese confiscate, anche alla gestione dei beni immobili che, per mancanza di coperture finanziarie, non è stato possibile varare nella prima lettura".

Il fenomeno dei sequestri e delle confische, purtroppo, è in crescita esponenziale, ed è dunque assolutamente urgente rivedere la normativa vigente per adeguarne gli strumenti, in modo da rendere concreto ed esigibile lo spirito della legge 109/96, che aveva raccolto gli indirizzi della legge 646/1982, detta Rognoni-La Torre, sulle confische e sul riutilizzo a fini sociali dei beni sottratti alle mafie.

"Quest'anno ricorre il ventennale della legge 109/96 – concludono i promotori della campagna –, e sarebbe un risultato importante per tutti noi, per le istituzioni, per quanti sono impegnati quotidianamente nel contrasto al fenomeno mafioso, poterlo ricordare con l'approvazione della riforma".