Bankitalia non vede ancora la ripresa del lavoro. "L'offerta di posti tornerà a salire solo lentamente", ha detto il governatore Ignazio Visco nelle sue considerazioni finali all'assemblea di Palazzo Koch.

"Tra il 2007 e il 2013 l'occupazione è scesa di oltre un milione di persone, quasi interamente nell'industria". Il tasso di disoccupazione è "più che raddoppiato rispetto al minimo toccato nel 2007, al 12,7 per cento dello scorso marzo",
sottolinea.

La recessione, osserva Visco, "si è riflessa pesantemente sul numero degli occupati e quindi sui redditi delle famiglie". “E' anche diminuito il numero medio di ore lavorate", ha detto il governatore.

Il futuro prossimo non è roseo. Non va sottovalutato, ha ammonito ancora Visco, "il rischio di un ulteriore allungamento della durata della disoccupazione, ve ne sono segni in particolare nel Mezzogiorno e tra i giovani". Una eventualità che potrebbe "intaccare le abilità e competenze  individuali e allontanarle da quelle richieste dalle imprese".

E se in passato, ha ricordato ancora Visco, "recessioni profonde si sono associate ad ampie ristrutturazioni del sistema produttivo che hanno dato luogo all'introduzione di nuove tecnologie e modelli organizzativi", lo steso potrebbe accadere ora.

"La crisi, però – secondo Visco - può' essere per le nostre imprese l'occasione per attuare ed estendere quello che fino ad oggi in molti casi ha tardato: un profondo rinnovamento del modo di produrre di fronte alla rivoluzione digitale, in grado di generare nuove forme di impresa e di occupazione, in nuovi ambiti di attività".