Sindacati marchigiani dei trasporti sul piede di guerra contro le modifiche ai tempi di lavoro e di pausa dei camionisti. Per protestare contro le misure al vaglio della Commissione europea, Filt Cgil, Fit Cisl e UilTrasporto hanno indetto, lunedì 29 maggio, un sit-in davanti alla sede della prefettura di Ancona, dalle 10 alle 12.

La Commissione in questi giorni sta prendendo in considerazione modifiche ad alcune norme comunitarie in materia di autotrasporto. Alcune di queste riguardano il Regolamento 561/06 ed in modo particolare la riduzione del tempo di riposo settimanale per i conducenti di autobus e camion da 45 ore a 24 ore. Quest’ultimo – il cosiddetto riposo settimanale ridotto – si dovrebbe prendere per 2 o 3 settimane consecutive “spostando tutto il riposo verso la fine del mese – evidenziano le sigle dei trasporti in una nota congiunta –, con il rischio di attivare automaticamente un’estensione del tempo di guida”.

Per in sindacati, “se tali modifiche venissero approvate, determinerebbero un impatto critico su tutti gli accordi collettivi a tutti i livelli; porterebbero ad inaccettabili cambiamenti nelle modalità di organizzazione del lavoro per gli autisti; avrebbero un impatto nettamente negativo sul riposo adeguato dei autisti, sul loro equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, nonché sulla sicurezza stradale”.

“L’eventuale esclusione degli autisti di mezzi pesanti dall’ambito di applicazione del distacco dei lavoratori – proseguono le organizzazioni sindacali – può favorire la legalizzazione della discriminazione sulla base della nazionalità, in termini di retribuzioni e condizioni di lavoro e può inoltre creare ulteriori distorsioni, incoraggiando le aziende ad utilizzare forza lavoro a basso reddito; può causare il ritardo nell’applicazione delle norme ed infine aumentare la pressione, stress e l’onere amministrativo a carico del lavoratore”.

Filt Cgil, Fit Cisl e UilTrasporto si oppongono drasticamente a qualsiasi modifica dei tempi di guida e di riposo e all’esclusione dei conducenti dall’applicazione della direttiva distacchi: “Riteniamo – conclude la nota – che le scelte della Commissione europea si indirizzino verso una normalizzazione del dumping sociale, invece di andare a contrastare il lavoro nero e la concorrenza sleale. Tutto ciò ovviamente a discapito dei lavoratori”.