Alle 10 si ricomincia. Al Ministero dello Sviluppo economico il ministro Guidi sarà faccia a faccia con l’amministratore delegato di Tk-Ast, Lucia Morselli, e con le organizzazioni sindacali per provare a muovere la trattativa sul futuro delle acciaierie ternane dal binario morto in cui giace ormai da mesi. Sotto al ministero circa 400 lavoratori che hanno raggiunto Roma, per l’ennesima volta (l’ultima volta quella delle manganellate) a bordo di 7 pullman e mezzi privati. Tra di loro anche molti dei lavoratori tornati dalla lunghissima trasferta di Bruxelles.

“È necessario che l'azienda si presenti con un piano industriale significativamente modificato e ridefinito rispetto a quello presentato il 17 luglio scorso, nella sua natura e nei suoi obiettivi produttivi, impiantistici e occupazionali”, avvertono Rosario Rappa e Gianni Venturi della Fiom Cgil. Questo il presupposto necessario, secondo i sindacati.

Ma la trattativa non ripartirà sotto i migliori auspici. E questo perché ieri, 5 novembre, l’ad Morselli ha pensato bene di inviare di nuovo un messaggio tutt’altro che distensivo: gli stipendi degli operai ternani resteranno bloccati finché non sarà interrotto lo sciopero (che va avanti ormai ininterrottamente da due settimane). Queste le parole affidate dall’azienda ad un comunicato ufficiale: “L’amministratore delegato di Acciai Speciali Terni, Lucia Morselli conferma di aver assicurato al ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, il pagamento degli stipendi del mese di ottobre 2014 alla ripresa della normale operatività aziendale. Ast precisa infatti che allo stato attuale, il protrarsi delle astensioni dal lavoro dei dipendenti – che interessa anche gli uffici interni deputati alla definizione degli emolumenti – rende di fatto impossibile la corresponsione degli stessi. Acciai Speciali Terni assicura quindi che al ristabilimento della necessaria operatività aziendale, l’erogazione delle retribuzioni di ottobre verrà immediatamente effettuata con priorità assoluta”.

Eppure, durante l’incontro del 29 ottobre tra governo e sindacati era stato assicurato che gli stipendi sarebbero stati sbloccati non appena i lavoratori avessero consentito il rientro al lavoro di alcuni addetti dell’amministrazione, cosa puntualmente avvenuta. Invece, niente. L’azienda prosegue in quello che appare sempre di più come un vero e proprio ricatto.

Intanto, precipita la situazione Ilserv, la principale ditta appaltatrice della galassia Ast (partecipata peraltro da Thyssen). È confermata la fuoriuscita da lunedì di 200 dei 330 dipendenti dell'azienda che saranno collocati in cassa integrazione straordinaria in conseguenza dell’annullamento dell’appalto da parte di Ast, che aveva chiesto un taglio del 20% dei costi, giudicato insostenibile da Ilserv. Sembra - e questa notizia ha scatenato ieri le proteste dei lavoratori di Ilserv - che Ast abbia già individuato un'altra ditta per sostituire lo storico partner industriale.