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I prossimi 21, 22 e 23 novembre quasi 2.400 lavoratori di Ast, le acciaierie ternane, saranno chiamati alle urne per eleggere i 27 componenti che andranno a costituire la nuova Rsu del sito siderurgico per i prossimi 3 anni. Un appuntamento di grande importanza, una prova di democrazia in fabbrica che assume un’importanza enorme di fronte alla crisi della rappresentanza politica che anche le recenti elezioni siciliane hanno confermato. “Ecco perché auspichiamo una grande partecipazione dei lavoratori al voto come è nella nostra tradizione - afferma Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni - affinché ognuno possa contribuire ad eleggere i rappresentati che ritiene più idonei a difendere gli interessi dei lavoratori”.
E la Fiom i suoi candidati (40 in tutto) li ha presentati nelle assemblee che si sono svolte nei giorni scorsi, assemblee partecipate, che sono state anche un’occasione per un confronto con i lavoratori su tematiche di grande attualità come la vertenza pensioni, con la Cgil impegnata per cercare di scongiurare l’ulteriore innalzamento dell’età pensionabile e continuare a contrastare gli effetti negativi delle leggi sul lavoro (jobs act in primis). Ma naturalmente nelle assemblee si è parlato soprattutto della situazione in Ast e di quali saranno le sfide per la nuova Rsu.
“Abbiamo sottolineato che per la prima volta dopo 6-7 anni di difficoltà c'è un bilancio in attivo - spiega Cipolla - e il merito di questo va riconosciuto esclusivamente ai lavoratori che con sacrificio hanno risollevato le sorti dell’azienda. Un obiettivo che ci eravamo prefissati in quell’accordo sofferto del 2014 con il quale abbiamo fatto cambiare rotta alla Thyssen, che voleva fare tutt'altro". Ora, secondo la Fiom, la multinazionale non ha più alibi: “È tempo di redistribuire e ricompensare i sacrifici fatti - continua Cipolla - ecco perché i nostri delegati, se eletti, si impegneranno da subito per il rinnovo del contratto integrativo che porti salario e diritti a tutti i lavoratori”.
Accanto a questo, la Fiom intende incalzare l’azienda su impegni concreti, che vadano anche oltre l’accordo del 2014, che non ha risolto naturalmente tutte le criticità. Questione ambientale, potenziamento delle produzioni dell’area a freddo, stabilizzazione degli interinali, garanzie di stabilità e diritti per il sistema degli appalti, strategie commerciali in grado di cogliere le grandi opportunità di mercato presenti e un’organizzazione del lavoro all’altezza degli obiettivi di una grande fabbrica come Ast: questi sono i titoli di un programma che punta a far scoprire le carte a ThyssenKrupp. “È su queste partite fondamentali che chiameremo la multinazionale allo scoperto - afferma ancora il segretario della Fiom - perché è da qui che si capirà se Thyssen intende puntare davvero su Terni, oppure ‘galleggiare', magari fino alla scadenza dell’accordo (dicembre 2018) per poi abbassare l’asticella con un nuovo piano industriale non all’altezza delle potenzialità della nostro sito industriale”.
Dunque, la Fiom chiede un voto con un mandato ben preciso: “Lo chiediamo a testa alta - conclude Cipolla - per quello che abbiamo fatto, mettendoci sempre la faccia e sempre in prima linea, e per quello che vogliamo fare in futuro, nell’interesse generale dei lavoratori, magari facendo degli errori, ma mai tradendo il mandato che ci è stato affidato. Di certo, per noi è ben chiaro che la controparte, il nostro avversario, è solo l’azienda e non ci interessano le dispute e le scaramucce di bassa lega tra organizzazioni sindacali che stiamo osservando in questi giorni e che indeboliscono soltanto il movimento dei lavoratori”.