Ernia lombare, artrosi alle spalle, dermatiti e abbassamento della soglia uditiva. Sono queste, e in quest’ordine, le malattie professionali maggiormente riscontrate tra i lavoratori agricoli del Fucino, l’altipiano della Marsica in provincia dell’Aquila, terra di importanti coltivazioni di valore nazionale. A dominare sono le patologie muscolo-scheletriche: ne soffre l’80 per cento degli addetti. All’interno di un quadro segnato da un’attenzione un po’ troppo distratta ai temi della salute e sicurezza dei lavoratori, oltre che da una serie di irregolarità.

A fornire i dati è il Servizio prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro della Asl 1 Abruzzo, che ha realizzato una ricerca sul campo (durata un anno e mezzo) su un campione di 54 aziende agricole (di cui un quarto coltivatori diretti o ditte senza dipendenti). Lo studio è solo la prima parte del progetto “Prevenzione in agricoltura” messo in campo dall’Azienda sanitaria: esaurita appunto la fase conoscitiva, ora si passa a una sorveglianza sanitaria più stringente, a controlli in ambulatorio sui lavoratori e all’attivazione di uno sportello informativo e assistenziale. L’indagine ha ascoltato 377 lavoratori: di questo campione 200 sono italiani, mentre nel restante 47 per cento extracomunitario prevalgono nettamente i lavoratori provenienti dal Marocco. Gli uomini sono il 60 per cento, le mansioni più diffuse sono addetto alla lavorazione (44 per cento) e bracciante (28 per cento).

Le malattie professionali più riscontrate sono quelle muscolo-scheletriche, che ammontano all’80 per cento del totale: ernia lombare (21 per cento di tutte le patologie certificate) e artrosi alle spalle (7 per cento), anzitutto, ma si segnalano anche tunnel carpale, tendinite ai polsi e artrosi dell’anca. Seguono i disturbi uditivi e dermatologici (entrambi il 7 per cento del totale): prevalgono abbassamento della soglia uditiva da un lato, dermatiti e psoriasi dall’altro. Infine i disturbi respiratori (6 per cento), in primis asma e bronchite.

Il monitoraggio dell’Azienda sanitaria, nato esclusivamente per conoscere malattie ed entità
e per impostare poi azioni di prevenzione e correzione, ha fatto però emergere un’ampia serie di irregolarità sul piano delle prescrizioni di legge. Ecco i dati: il 26 per cento delle aziende incontrate non possiede il Registro infortuni, il 28 per cento non ha nominato il medico competente (e tra quelle che lo hanno nominato, dunque che sottopongono il lavoratore a sorveglianza sanitaria, il 39 per cento non ha a disposizione il protocollo sanitario redatto dal medico).

Non va certo meglio per il Documento di valutazione dei rischi
, strumento fondamentale per la prevenzione sui luoghi di lavoro, visto che il 28 per cento delle aziende ne è privo. Analizzando poi i singoli comparti, si scopre sia che tutte le aziende di lavorazione prodotti (il 13 per cento del totale) non possiede o non esegue correttamente la valutazione dei rischi ergonomici (movimentazione manuale dei carichi, sovraccarico biomeccanico degli arti superiori), sia che il 55 per cento delle aziende di coltivazione non chiede ai fornitori le schede dati di sicurezza dei prodotti chimici e dei fitosanitari. L’ultimo dato riguarda la formazione professionale: il 37 per cento delle imprese non ha sottoposto i propri lavoratori ad alcun corso.