Inizia un nuovo anno scolastico, ma la situazione di precarietà dei lavoratori impegnati negli appalti dei servizi di pulizia, ausiliariato e ripristino del decoro degli istituti rimane la stessa. Una condizione ormai insostenibile per i 17 mila operatori del settore (rientranti nella cosiddetta “convenzione Consip scuole”), che hanno spinto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil a dichiarare lo stato di agitazione e a paventare lo sciopero di tutti i dipendenti. I sindacati, con una lettera inviata ai ministri dell’Istruzione Marco Bussetti e del Lavoro Luigi Di Maio, chiedono al governo un incontro urgente al fine di mettere mano al più presto a questo difficile contesto.


I sindacati denunciano la situazione di grave precarietà in cui versano le lavoratrici e i lavoratori provenienti dal bacino ex Lsu e appalti storici. “Da un lato riscontriamo da tempo in alcuni lotti (lotto 5 e lotto 6) comportamenti gravissimi e ormai non più sostenibili, messi in atto dalle imprese assegnatarie ed esecutrici dei servizi”, scrivono Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, evidenziando più in generale “le diverse difficoltà in ordine al mantenimento in via continuativa delle attività lavorative, sia per difetto di appostamento delle risorse alle scuole sia per la gestione discutibile di molte imprese che approfittano della situazione descritta”.

L’accordo del novembre 2016, tuttora vigente, prevedeva “un impegno specifico a una soluzione stabile e di prospettiva” per questi lavoratori. E conteneva l'attivazione, con tempistiche fissate (la prima nel marzo 2017), di “un determinato tavolo di verifica per esaminare una soluzione idonea attraverso un confronto tra le parti”. Confronto che però, malgrado i ripetuti solleciti da parte dei sindacati, non si è mai verificato. Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, inoltre, avevano già rappresentato la situazione ai ministeri interessati prima della chiusura estiva delle scuole (precisamente il 22 giugno scorso), ma finora dal governo non è arrivata alcuna risposta.

I sindacati, dunque, tornano ancora una volta a rivendicare “la necessità di riprendere il confronto a un tavolo politico in grado di assicurare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori, per l'immediato e in prospettiva futura”. L’assenza di risposte e soluzioni positive e la mancata convocazione del tavolo politico “risultano infatti atti gravi e inaccettabili”, concludono i sindacati, assicurando che, se la situazione non dovesse cambiare, metteranno in atto “tutte le iniziative idonee alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”. A partire, appunto, dalla proclamazione dello stato di agitazione.