Presentato il piano ai sindacati
Epifani, premesse non sono buone
Il piano per il salvataggio di Alitalia è stato presentato nel pomeriggio ai sindacati, nel corso di un lungo incontro ancora in corso mentre dobbiamo interrompere per ragioni tecniche (ore 19.40) il lavoro di aggiornamento del sito. Sembrano ormai definiti i tempi per giungere all’accordo tra governo, azienda e sindacati sulla vendita della compagnia. Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi avrebbe infatti chiesto alle organizzazioni dei lavoratori di chiudere il negoziato entro giovedì prossimo (11 settembre), con tre giorni di anticipo rispetto alla data ultima ipotizzata dal governo nel precedente incontro. Così riferiscono le agenzie di stampa da fonti presenti al tavolo, al ministero del Lavoro. Sempre dalle agenzie si apprendono alcuni dettagli del piano industriale. Quanto al mercato domestico della nuova Alitalia, avrebbe riferito l'ad di Compagnia aerea italiana Rocco Sabelli, si passerebbe (insieme ad Air One) dal 30 al 55 per cento, con quattro nuove basi: Napoli, Catania, Venezia e Torino; 16 le destinazioni per le rotte intercontinentali. Previsto anche il completo rinnovamento della flotta con 60 nuovi aerei nell'arco di 4-5 anni, per un valore complessivo di 2 miliardi di euro. In totale, le destinazioni raggiunte dalla nuova Alitalia sarebbero 65. L'obiettivo indicato da Sabelli, riportano le agenzie, sarebbe quello di «massimizzare le sinergie con AirOne, evitando sovrapposizioni, e aumentando le rotte nel breve e medio raggio». Quanto agli esuberi, sarebbero stati stimati in 3.250 i lavoratori in da ricollocare dopo la fusione fra Alitalia e Air One. Ne dà notizia l'Ansa, riportando le affermazioni del ministro del lavoro Sacconi e dell'ad della Cai Sabelli, riferite da chi partecipa all'incontro.
La giornata
Ha preso il via alle 15.30, al ministero del Lavoro, il confronto tra governo, sindacati e azienda sul piano Fenice per la privatizzazione di Alitalia. Al tavolo sono presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri Matteoli, Scajola, Sacconi e Ronchi, l'amministratore straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi, il presidente e l'amministratore di Compagnia Aerea Italiana (Cai) Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, l'amministratore delegato di Italia Lavoro Natale Forlani. Per i sindacati partecipano i leader di Cisl, Uil e Ugl, Bonanni, Angeletti e Polverini, e per la Cgil il segretario confederale Solari. Assieme ai confederali partecipano i rappresentanti delle altre cinque sigle sindacali presenti in Alitalia (Anpac, Unione Piloti, Sindacato dei Lavoratori, Anpav e Avia).
Dal confronto i sindacati si aspettano anzitutto verità sul piano di salvataggio della compagnia, su cui hanno già espresso dubbi e contrarietà. E verità sugli esuberi, la cui cifra ancora non è stata comunicata, ma che dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 mila. “Le premesse non sono buone per il semplice fatto che Alitalia è tecnicamente fallita” ha detto stamani Guglielmo Epifani, assicurando comunque il massimo impegno della Cgil per la buona riuscita della trattativa.
I sindacati, intanto, hanno ieri messo in chiaro che il confronto dovrà partire dal piano industriale per arrivare poi, ma soltanto come logica conseguenza, al tema del personale in eccedenza. E hanno individuato i quattro punti irrinunciabili per il rilancio della compagnia: una flotta che confermi l'attuale network del lungo raggio, il mantenimento delle attività di supporto (come la manutenzione), investimenti di qualità e un modello veramente efficiente.
Epifani, diremo sì solo a rilancio
"Come sempre parteciperemo e diremo la nostra, cercando di far passare un pensiero attento sia al risanamento dell'azienda sia alle tutele dei lavoratori. Noi ci sediamo e
trattiamo per far passare un punto di vista più utile per il paese e i lavoratori. Questo deve fare un sindacato degno di questo nome". È con questa intenzione che la Cgil va oggi al confronto con il governo, secondo le parole pronunciate stamani dal segretario generale Guglielmo nel corso della trasmissione tv Mattinocinque: “Le premesse non sono buone perchè Alitalia è tecnicamente fallita. È un'azienda che così com'è non è in condizione di andare avanti. Rappresenta un problema per il paese, la comunità nazionale, gli interessi dei cittadini e delle imprese. Per quanto ci riguarda rappresenta un grandissimo problema per i quasi 20 mila lavoratori”.
Per il leader della Cgil occorre “trovare, in una via molto stretta, resa ancora più stretta dai vincoli e procedure europee, un piano di rilancio credibile, in ragione del quale si giustificherebbe il fatto che lo Stato si accolli una parte delle risorse necessarie per risanare la compagnia con la necessità di dare risposta al maggior numero possibile di lavoratori”. Tuttavia, precisa Epifani, “se il piano alla fine non fosse quello necessario per il rilancio e dare un senso futuro alla compagnia, ma fosse solo un modo per tirare a campare e portare il conto fra due anni magari alla stessa Air France o a Lufthansa, allora diremmo di no”.
Epifani ha poi ricordato che Alitalia fino a dieci anni fa “era una delle prime sei compagnie al mondo. Da allora sono stati fatti errori di politica industriale molto evidenti e sono queste le responsabilità che pesano nella situazione di oggi. Mi riferisco, in particolare, agli anni tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo, quando furono tentati in due occasioni due grandi accordi alla pari. Uno con Klm e l'altro con Air France. Il fallimento di quelle due ipotesi è alla base di tutti i fallimenti che hanno portato alla situazione di oggi”.
Nel corso dell’intervista a Canale 5, Epifani ha anche replicato al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta che ieri aveva detto che su Alitalia si dovrà andare avanti anche senza il placet del sindacato. "Brunetta ha perso un'occasione per stare zitto, visto che non gli compete né il piano industriale né il problema degli esuberi", ha risposto il leader della Cgil.
Regione Lazio chiede di entrare in nuova società
Tra i candidati a occupare il 17° posto tra i soci della nuova Alitalia ieri è uscito allo scoperto un pretendente inaspettato: il governatore del Lazio Piero Marrazzo. Il presidente della Regione ha infatti annunciato l'intenzione dell'ente locale da lui guidato di entrare con una quota di minoranza nella Compagnia Aerea Italiana. E ne parlerà oggi direttamente con Roberto Colaninno, presidente della società, per ufficializzare la sua richiesta. "Penso a un contributo simbolico - ha spiegato Marrazzo - ho visto altri soci mettere cifre esigue, noi potremmo offrire tra i 10 e i 20 milioni di euro". L'operazione, che verrebbe realizzata attraverso la finanziaria Sviluppo Lazio, servirebbe a inserire propri uomini nel Consiglio di amministrazione della nuova società, allo scopo di difendere lo sviluppo del territorio e di Aeroporti di Roma. Marrazzo, infine, ha poi invitato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni a fare lo stesso.