Alexander Langer nasce nel 1946 a Sterzing/Vipiteno, in provincia di Bolzano, in una famiglia tedesca. Fin dall’infanzia è perfettamente bilingue. Nel 1967 fonda, con altri giovani intellettuali sudtirolesi, il mensile Die Brücke (Il ponte). Si laurea in giurisprudenza a Firenze, dove conosce padre Balducci e don Milani. Negli anni settanta vive dapprima in Germania Federale, dove lavora tra gli immigrati, e in seguito a Roma, dove collabora al quotidiano Lotta Continua, divenendone per un breve periodo direttore responsabile. Ritornato in Sudtirolo, nel 1978 viene eletto consigliere regionale nelle liste Neue Linke/Nuova Sinistra. Al censimento del 1981, assieme a migliaia di obiettori, rifiuta la schedatura etnica nominativa. Verrà rieletto consigliere regionale per altre due volte, sempre in liste interetniche.

Negli anni ottanta è tra i promotori del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa. Nel 1989 viene eletto deputato al Parlamento europeo e diventa primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. In questi anni Langer intesse relazioni con un fitto arcipelago di iniziative. Con i movimenti transfrontalieri: “SoS-Transit”, “Pro vita alpina”, “Arge-Alp”, “Alpe Adria”. Con le associazioni e i movimenti per la conversione ecologica: la “Fiera delle utopie concrete di Città di Castello”, il “Gab. Gruppo di attenzione alle biotecnologie”, l’“Eco-istituto del Sudtirolo”, la rete “Alleanza per il clima”, la nuova rete internazionale di “sindacalisti ecosensibili”. Dopo la caduta del Muro di Berlino, si intensifica il suo impegno contro i crescenti nazionalismi. Nel corso degli anni novanta la guerra nei Balcani assorbe gran parte delle sue energie.

È cofondatore, insieme alla parlamentare austriaca Marijana Grandits, del “Verona Forum” per la pace e la riconciliazione nell’ex-Jugoslavia. Provocando un fortissimo shock nella larga comunità di amici, conoscenti e compagni di strada, si toglie la vita il 3 luglio 1995, all’età di 49 anni. Tutti i suoi scritti sono stati raccolti sul sito della Fondazione a lui intitolata www.alexanderlanger.org.