Passo indietro di Aurelius dalla trattative per rilevare da Alcoa lo stabilimento sardo di Portovesme. Il fondo tedesco si è sfilato senza presentare un piano industriale credibile e una disponibilità concreta a ricapitalizzare l'azienda. Si riaprono così le procedure per trovare nuovi soggetti interessati fino al 31 agosto mentre slittano i tempi di spegnimento, così come stabiliti dall'accordo di marzo, dal 31 ottobre al 31 dicembre. E' quanto emerso oggi nel corso del tavolo al Mise sulla vertenza Alcoa si è aggiornato per il prossimo 10 settembre.

"La notizia di oggi è una doccia fredda che ci riporta indietro di mesi ed è bene ribadire che, alla luce dell'accordo sottoscritto a marzo, c'è la necessità di trovare un soggetto che abbia l'intenzione concreta di produrre a Portovesme, così come lo stesso governo deve ribadire, e agire concretamente, perché in quel territorio si continui a produrre", afferma il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada.

Per questo, vista la riapertura della fase di ricerca di soggetti interessati a rilevare lo stabilimento di alluminio da Alcoa, come fatto sapere dal sottosegretario De Vincenti nel corso del tavolo, la Cgil chiede che ci sia "la presenza al tavolo di trattativa del governo come garante per fornire 'rassicurazioni' al possibile compratore e che, allo stesso tempo, possa dimostrare ai lavoratori l'impegno concreto da parte del governo".

Alcoa si è impegnata a garantire il mantenimento dell'occupazione fino al 31 dicembre
, una data flessibile anche in relazione alla riapertura delle audizioni alla ricerca di un nuovo soggetto interessato a rilevare lo stabilimento sardo. "Abbiamo sottoscritto un accordo in ragione di una determinata ipotesi risolutiva e, quindi, indicando determinate date. Il 31 dicembre non può essere un limite invalicabile perché se si crede davvero che è possibile trovare nuove e positive soluzioni le date devono essere flessibili", conclude Lattuada.

Per Gianni Venturi, coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil, “resta essenziale la necessità di riuscire a individuare nuovi investitori industriali. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto che Alcoa si presenti all'incontro del 10 settembre prossimo con un programma di fermata progressiva dell'impianto compatibile con l'esigenza di valutare possibili nuove manifestazioni di interesse anche oltre la data del 31 agosto, prevista dall'accordo del marzo scorso, e con il mantenimento - conclude - di tutti i lavoratori nell'impianto fino al 31 dicembre”.

"Quanto successo oggi ci preoccupa non poco - afferma Bruno Usai, della Rsu Cgil - adesso si iniziera' mettendo in campo tutte le forze per aggrapparsi a tutte le possibili soluzioni". Per Franco Bardi, segretario provinciale della Fiom Cgil "inizia in questo momento una lotta contro il tempo per salvare la fabbrica e i posti di lavoro".

Secondo Mario Crò, segretario generale della Uil del Sulcis Iglesiente, invece, sarebbe opportuno "rivisitare alcune manifestazioni di interesse come quella di Glencore o di altri gruppi". Dello stesso avviso anche Fabio Enne, segretario della Cisl del Sulcis Iglesiente: "La mia considerazione è negativa sul tempo perso. Ora è necessario che si ricerchi un soggetto industriale serio e conosciuto". Il sindacalista aggiunge che "su qualche soggetto come la Glencore era già stata attivata l'interlocuzione inspiegabilmente interrotta".