Berlino. Di Italia - ieri - al vertice straordinario di Bruxelles non si doveva parlare. Non era in agenda.

Questo perlomeno il refrain di dichiarazioni dei partecipanti convocati dal Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. E invece il rischio default del nostro paese ha monopolizzato i notiziari di tutte le televisioni tedesche, pubbliche e private.

Da un lato, la cancelliera Angela Merkel dichiarava di fronte alle telecamere di aver piena fiducia nell'Italia e nella volontà del governo italiano "di essere in grado di approvare una manovra finanziaria capace di contenere e risanare il debito pubblico e mettere in atto i risparmi e i tagli necessari". Anche il ministro delle Finanze di Berlino, Wolfgang Schaeuble, ieri pomeriggio si era affrettato a dire, l'unico tra i ministri ad aver rilasciato una breve dichiarazione, che l'Italia "è sulla buona strada".

Tutto normale e sotto controllo. Questo il messaggio lanciato dai vertici politici e finanziari dell'Eurozona.

Tutto normale? Non proprio.

Dall'altro lato, una serie di economisti e analisti di grandi banche e istituzioni finanziare, dichiaravano che il rischio del "virus greco" per l'Italia è molto più di una probabilità nonostante le differenze rispetto alla Grecia.

La gran parte degli analisti giudicano insufficiente la manovra finanziaria del Governo Berlusconi, nonostante gli sforzi di contenimento della spesa pubblica del ministro Tremonti. Soprattutto perché alcuni degli interventi contenuti nella manovra vengono rinviati al 2013 e al 2014 e consegnati al nuovo governo. "I mercati non aspetteranno così a lungo", ha detto ieri il capo economista della Commerzbank. E di fatto la reazione delle borse europee è andata in questa direzione.

Il leit motiv delle numerose interviste proposte dalla tv tedesche era che nessun fondo di salvataggio potrà essere così grande da salvare l'Italia, che con la sua economia rappresenta il 20% di quella dell'Eurozona. Il default dell'Italia avrebbe conseguenze drammatiche: segnerebbe la fine dell'euro e forse anche dell'Unione europea come la conosciamo oggi. Prese di posizione senza tanti giri di parole.

Intanto proseguono gli attacchi speculativi e gli investitori scommettono che l'Italia non sarà in grado di estinguere la montagna dei debiti (120% di debito pubblico in percentuale del PIL, secondo solo a quello della Grecia e seguito da Belgio, Irlanda e Portogallo). È il panico a farla da padrone. Per acquistare i Btp decennali gli investitori richiedono un rendimento del 6%. Per lo stato raccogliere credito diventa molto, molto caro.

C'erano anche altri protagonisti ieri nelle analisi dei notiziari tedeschi sulla crisi dell'Italia: il Governo, la nostra classe politica e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. I giudizi erano al vetriolo: incapaci, corrotti, dediti alla bella vita e all'affarismo "di bottega", interessati più alla politica di clan piuttosto che all'interesse generale e alla res publica, litigiosi, privi di grandi visioni.

Tutti aggettivi e giudizi che alimentano una sfiducia inarrestabile nelle capacità reattive del paese riflettendosi nell'andamento dei mercati.

Sono iniziate le scommesse sul default dell'Italia. Speriamo che gli investitori, gli analisti e le agenzie di rating si sbaglino e speriamo che tutti, a partire dal Governo e dal Presidente del Consiglio, passando per il Parlamento, abbiano un sussulto di responsabilità e che la crisi non la paghino sempre e soltanto i soliti noti.