“E' una sentenza antidiscriminatoria: Marchionne avrebbe avuto la stessa decisione anche negli Usa che ama tanto. E forse lì non avrebbe protestato. Qui non parliamo di nuove assunzioni: a Pomigliano la Fiat ha chiuso un'azienda e ne ha aperta un'altra. L'accordo era che avrebbe assunto tutti. E invece su 2.147 assunti, non c'era nessuno iscritto alla Fiom”. Giorgio Airaudo, segretario nazionale Fiom, intervistato da Il Messaggero, taglia corto sull’ennesima polemica di Marchionne (“Polemica molto provinciale, il classico italiano che quando sta all' estero parla male del suo Paese”): “la Fiat è una grande azienda che rispetta le sentenze e le leggi” dice un po’ ironicamente.

E sullo sciopero alla Sevel in Abruzzo in coincidenza con la partita, spiega: “Lo sciopero è stato deciso dai delegati di fabbrica, appena la Camera ha dato l'ok alla riforma del mercato del Lavoro. È stata una clamorosa e grave ingenuità. Che ha offuscato le ragioni di uno sciopero giusto e ha fornito alibi all'azienda per polemizzare. Ma non credo fosse uno sciopero festaiolo, perché in occasione della partita Spagna-Portogallo, in 500 hanno chiesto e ottenuto il permesso dall'azienda. Quattro ore di sciopero costano al lavoratore: sono 60 euro in meno in busta paga. Chi voleva vedersi la partita avrebbe potuto seguire la stessa strada. Perché buttare 60 euro?”.