“Sono tempi duri, ma sono tempi anche di grandi opportunità e possibilità. Abbiamo ancora molte scelte che possiamo compiere e interrompere così il flusso della storia, ed è il momento di farlo”. È con queste parole che Raoul Martinez, filosofo e filmaker britannico, ha concluso oggi (sabato 15 settembre) al Teatro Paisiello di Lecce la sua lectio magistralis, intitolata “Creare la libertà”, nel corso delle Giornate del lavoro 2018. Una lunga riflessione sui concerti di responsabilità, uguaglianza, libertà e mercato, che è infine approdata all’attualità, a ciò che sta accadendo oggi in Europa e a cosa possono fare i movimenti, i sindacati, i partiti socialisti per riaffermare e allargare la democrazia.

In primo luogo Martinez demolisce il concetto di responsabilità. “La genetica e la trasmissione culturale sono processi potenti, noi siamo il prodotto di diverse forze che vanno al di là del nostro controllo. In un ambiente diverso il nostro cervello sarà diverso”, ha illustrato Martinez: “Il mito della responsabilità individuale porta a politiche crudeli, è il cuore del progetto della destra. Quanto più crediamo nella responsabilità tanto più diamo la colpa alle vittime dell’ingiustizia del mondo. Dobbiamo rigettare questo mito, affermando invece che noi siamo la conseguenza di aspetti biologici, culturali, politici. E ricordarci del grande ruolo della ‘fortuna’, sono i suoi movimenti a separare il ricco dal povero, il prigioniero dal giudice”.

Il filosofo britannico passa poi ad analizzare altri assunti considerati intoccabili. La libertà del mercato, ad esempio. “Nel mercato ogni giorno si è costretti ad accettare una serie di cose, a svolgere lavori difficili, dalla necessità di sfamare i figli o di scaldare la propria casa. La povertà è coercitiva, la libertà del mercato si esprime solo attraverso il potere d’acquisto. Meno denaro abbiamo e meno libertà avremo”, spiega Martinez: “Non esiste un mercato libero, perché è sempre governato da norme messe dallo Stato: il focus, allora, va posto sulle regole, perché decidere dove segnare il confine del mercato è una questione morale, non tecnica”.

Martinez non risparmia neanche il concetto di libere elezioni (“tra un’elezione e l’altra agiscono i lobbisti, le porte girevoli tra industria e governo non si fermano mai, la maggior parte dei media sono controllati da una manciata di miliardari di destra che esercitano una forma di corruzione sui nostri schermi digitali”), per poi approdare a una severa critica al neoliberalismo. “L’1 per cento dell’umanità ha la stessa ricchezza del restante 99 per cento, le condizioni ecologiche della nostra sopravvivenza si stanno smantellando”, spiega il pensatore britannico: “Col neoliberalismo abbiamo visto il socialismo per i ricchi e il capitalismo per i poveri. Il profitto è stato privatizzato, e in questi decenni di neoliberalismo imperante abbiamo visto crisi economiche, distruzione dell’ecosistema, erosione continua della democrazia, incremento delle disuguaglianze e delle guerre, disumanizzazione di coloro che soffrono”.

Cosa fare, allora? La soluzione sta nell’essere “radicali, che vuole dire andare alla radice, all’origine delle cose”. Raoul Martinez porta l’esempio del leader laburista inglese Jeremy Corbyn. “Anni fa i laburisti erano diventati un veicolo della politica neoliberale, vennero sconfitti nel 2015 e attraversarono un momento buio”, rievoca il filosofo e filmaker: “Corbyn iniziò a parlare con passione di porre fine all’austerità, di abolire le rette universitarie, di rinazionalizzare il sistema sanitario e le ferrovie. Ha sfidato il potere, attorno a lui sono nati nuovi movimenti, ha avuto il sostegno dei sindacati. Nelle elezioni del 2017 non ha vinto ma ha avuto il più grande aumento di voti in una singola elezione dal 1945 a oggi, e probabilmente vincerà alle prossime”. Abbiamo quindi bisogno, conclude Martinez, di far nascere “in tutta Europa un movimento come quello che sta sostenendo Corbyn, perché è solo così che si possono combattere la crisi dell’euro e la minaccia del fascismo, e costruire un ‘Europa davvero democratica”.