Un sistema sanitario regionale ancora più forte ed efficiente, con 500 nuove assunzioni a tempo indeterminato e 402 stabilizzazioni entro dicembre 2016, oltre alla proroga dei contratti dei 149 professionisti assunti per ridurre le liste d’attesa. E un Fondo integrativo aperto extra Lea che copra prestazioni a partire da quelle odontoiatriche rivolte alla fascia d’età 5-25 anni. Sono alcuni dei punti dell’Accordo sulle politiche regionali di qualificazione e innovazione del Sistema sanitario siglato oggi (19 settembre) in Regione Emilia Romagna dal presidente Stefano Bonaccini, dall’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e dalle segreterie regionali e della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna.

“Quello firmato oggi è un accordo importantissimo e la dimostrazione che qui le cose si fanno, e bene - ha sottolineato Bonaccini nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’intesa -. È un accordo che porta avanti l’impegno preso con il Patto per il lavoro, assumendo e stabilizzando oltre mille persone, ovvero creare occupazione, la nostra priorità assoluta, ed è un accordo che rafforza e migliora un welfare universalistico grazie al quale non lasciamo indietro nessuno. Ed è un accordo che dimostra l’attenzione al dialogo con le parti sociali: è la prova che stiamo investendo nel migliorare i servizi per i cittadini e che nella trattativa con i sindacati abbiamo trovato la quadra per stabilizzare e valorizzare le persone, innovando il sistema. Trovo davvero indegno - ha chiuso il presidente della Regione - che qualcuno abbia parlato di situazione allo sfascio, quando la sanità dell’Emilia-Romagna è unanimemente riconosciuta come una delle più valide a livello nazionale ed europeo”.

“Complessivamente - ha aggiunto l’assessore Venturi - l’impegno della Regione riguarda oltre 1.000 unità di personale. Tradotto in risorse, significa dai 18 ai 25 milioni di euro a partire dal 2017”. Per quanto riguarda il Fondo extra Lea, “auspichiamo che venga costituito entro marzo 2017 e che possa rappresentare un esempio a livello nazionale, per garantire copertura a prestazioni non garantite dal servizio sanitario”. Soddisfazione anche dal fronte sindacale. "L'accordo valorizza e rafforza tutto il sistema di Sanità pubblica regionale, che dovremo consolidare nella discussione avviata per il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale - è il commento di Vincenzo Colla, segretario generale della Cgil Emilia Romagna - e sancisce che il welfare pubblico è motore di sviluppo in grado di creare buona occupazione ed avere anche funzione redistributiva a partire dalle fasce più deboli. È un risultato molto importante e unico nel panorama regionale ed essendo firmato dal presidente Bonaccini considerato il suo ruolo di presidente della Conferenza Stato e Regioni, assume, noi pensiamo, anche un valore politico di valenza nazionale".

Per quanto riguarda l’occupazione, i firmatari hanno condiviso la necessità di garantire la copertura del turn over sul settore sanitario pari al 90% del personale che cesserà di lavorare, a vario titolo. La stabilizzazione di 402 unità comprenderà personale dei settori tecnico ed amministrativo, mentre le 500 assunzioni riguarderanno principalmente l’area del comparto, con l’obiettivo di garantire i livelli di adeguatezza ed efficienza del sistema.

Altro punto contenuto nell’accordo, la valorizzazione professionale di chi lavora nel comparto sanità: è necessario garantire un maggiore impulso ai processi di innovazione, a partire dai percorsi di integrazione sovraziendale. Tutto questo orientando  le risorse alla promozione di specifici progetti, programmi o piani di lavoro per il miglioramento dei servizi rivolti all’utenza, per raggiungere una sempre maggiore “corrispondenza” tra le prestazioni rese e le esigenze del cittadino. In quest’ottica, le parti hanno condiviso la necessità di definire un fondo che permetta la realizzazione degli obiettivi di valorizzazione del sistema: viene considerato prioritario istruire un percorso di confronto da realizzarsi entro novembre 2016.

Regione e sindacati hanno convenuto inoltre sull’elaborazione di un atto di indirizzo per l’impiego delle risorse che derivano dalle economie di gestione generate dalle riorganizzazioni. Hanno concordato comunque fin d’ora che, in questo atto, saranno inseriti alcuni punti, e precisamente l’utilizzo del valore percentuale massimo consentito dalla norma in tema di quota destinata alla contrattazione (50%), la costituzione di un osservatorio bilaterale regionale che possa valutare l’andamento e l’implementazione dei progetti aziendali sviluppati, l’impiego del 25% del fondo per i corsi universitari per le professioni sanitarie. Queste ultime risorse, nello specifico, verranno erogate alle aziende sedi di formazione per le lauree di primo livello di area non medica, in modo da qualificare il sistema della formazione universitaria e della partecipazione del personale del servizio sanitario.

I firmatari hanno anche condiviso, così come definito nel Patto per il lavoro del luglio 2015, di costituire, in via sperimentale, un Fondo di sanità integrativo aperto extra Lea a partire dalle prestazioni odontoiatriche rivolte alla fascia d’età 5-25 anni. Questo fondo dovrà essere alimentato da risorse proprie regionali, dalla contrattazione nazionale e da risorse aggiuntive derivanti dall’adesione di cittadini non lavoratori. Le parti confermano che la costituzione del fondo dovrà avvenire entro marzo 2017.