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Dirigente della Filcams Cgil nazionale per oltre 20 anni, ma soprattutto partigiano combattente: Gastone Malaguti, bolognese, classe 1926, è un testimone ideale per il sindacato dei lavoratori del commercio per ribadire il valore storico e sociale del 25 aprile, che continua ad essere messo in discussione, anche dalle aperture indiscriminate dei negozi e dei centri commerciali.
“Sono passati 70 anni, ma il ricordo è sempre vivo e limpido” racconta Malaguti in una nota diffusa dalla Filcams Cgil. “Finalmente si tornava alla vita libera, anche se Bologna era provata dai tanti bombardamenti. Finalmente potevamo ricominciare a chiamarci per nome (durante la Resistenza Malaguti veniva chiamato il Biondino, ndr).
Oggi Gastone Malaguti, che ha 96 anni, quasi ogni giorno gira per le scuole di Roma, per parlare della “Resistenza”, ma evidenzia una mancanza di interesse, a volte, degli adulti, più che dei ragazzi “a volte ho trovato più attenzione da parte degli studenti che dagli insegnanti”, ma il loro continuo impegno, nonostante l’età è proprio per questo, per continuare a raccontare.
Anche Luca De Zolt, responsabile delle politiche giovanili per la Filcams Cgil, ammette che tra i giovani si sta perdendo il vero senso della festività: “Il problema principale, è che si è persa l’abitudine a narrare cosa è successo davvero”. La Resistenza un movimento ampio, dove tante persone sono state protagoniste, e hanno, insieme, voluto intraprendere un percorso verso la libertà. Democrazia, patriottismo e libertà, sono valori complessi da far tramandare: “l’ostacolo principale” prosegue “De Zolt “è che il racconto purtroppo viene delegato solo ai protagonisti, e si assottiglia sempre più, mentre tutti dovremmo farci carico di tramandare la storia e i valori di una festa cosi importante.”
Da ex sindacalista e ex Filcams, Gastone Malaguti fa un accenno alle aperture nel commercio durante giorni di festa così importanti: “È un delitto contro la resistenza, sono molto arrabbiato” dopo che, tra l’altro, per anni anche lui si è battuto per far chiudere la domenica, “Stiamo tornando indietro, se i negozi restano chiusi il 25 aprile e il 1 maggio, nessuno muore di fame” afferma polemico.