A rischio oltre 2 mila posti di lavoro e nessuna risposta certa su produttività e valorizzazione delle professionalità. È quanto denunciano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil PA e Fialp Cisal dopo l'incontro tenutosi ieri (giovedì 18 febbraio) presso la sede romana della Croce Rossa. “Quanto accaduto al tavolo è semplicemente assurdo” commentano i segretari nazionali delle quattro sigle sindacali (Salvatore Chiaramonte, Paolo Bonomo, Gerardo Romano e Davide Velardi). Benché non sia ancora chiaro quanti e in quali amministrazioni i lavoratori della Croce Rossa potranno essere ricollocati, l'ente ha infatti annunciato la volontà di procedere all'approvazione di una nuova dotazione organica e, conseguentemente, alla dichiarazione di eccedenza per oltre 1.700 unità di personale. Solo 500 dei 2.200 lavoratori, in questa prima fase, troverebbero spazio nella dotazione che l'ente si accinge ad approvare. Alla fine in Croce Rossa rimarranno poco più di 160 lavoratori.

“Se nelle altre amministrazioni pubbliche non vi fosse un numero di posti sufficiente a coprire l'intero fabbisogno, per oltre 2 mila lavoratori della Croce Rossa Italiana”, denunciano i sindacati, “si spalancherebbero inevitabilmente le porte della mobilità collettiva. Un rischio al quale i lavoratori non possono essere esposti”. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Fialp Cisal hanno nuovamente chiesto che il tema sia discusso a un tavolo di confronto presso il Dipartimento della Funzione pubblica. “È arrivato il momento - attaccano Chiaramonte, Bonomo, Romano e Velardi - di fare definitiva chiarezza sia sul numero dei posti che potranno essere coperti in forza dei processi di mobilità che interesseranno i lavoratori della Croce Rossa, sia sulle difficoltà applicative che le disposizioni della Legge di stabilità 2016 al tema dedicate stanno facendo registrare in molte realtà regionali”.

I sindacati, infine, chiedono a Croce Rossa di “evitare fughe in avanti, riconsiderando la decisione di procedere a dichiarazioni di eccedenza al buio” e di “sospendere l'avviata procedura interna volta a individuare le poche unità di personale che saranno chiamate a svolgere le attività propedeutiche alla gestione liquidatoria dell'ente". Diamo il via, concludono le quattro sigle sindacali, a iniziative e mobilitazioni “per chiedere l'apertura di un tavolo di confronto, e siamo pronti ad andare avanti: nessun lavoratore deve essere lasciato solo”.