"Il tema degli esodati, cioè di coloro che, dopo la legge di riforma Fornero del 2011, si sono trovati improvvisamente nella condizione di non poter andare più in pensione e di trovarsi nella condizione incresciosa di non avere né stipendio né pensione è conosciuto e seguito dal Patronato Inca che ha accompagnato gli aspiranti pensionati a districarsi tra le norme delle “ sei salvaguardie” fin qui emanate dal Governo dal 2012 ad oggi". Lo afferma l'Inca Cgil in una nota.

“L’ultima salvaguardia in ordine di tempo – commenta il patronato della Cgil - risale al novembre scorso e le domande di tutti coloro che avevano un potenziale diritto, secondo i requisiti individuati, sono state inviate alle Direzioni territoriali del lavoro e all’Inps, nei termini prescritti e cioè entro il 5 gennaio 2015”.

“Negli ultimi tempi sono intervenute purtroppo alcune novità negative riguardanti i lavoratori e le lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato a cui erano state riservate 4.000 posizioni da salvaguardare. Ricordiamo – sottolinea l’Inca - che le ultime salvaguardie sono state costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali in relazione a stanziamenti economici predeterminati”.

“Nelle scorse settimane le  Direzioni Territoriali del Lavoro, emanazioni locali del Ministero del Lavoro, hanno cominciato, fuori tempo massimo, - continua l’Inca Cgil - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari di contratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati, respingendone le domane, che in alcuni casi avevano già avuto l’approvazione”.

“Abbiamo portato all’attenzione dell’Inps il grave comportamento delle sedi decentrate del Ministero e riteniamo che la posizione del Governo sia pretestuosa e finalizzata alla solo alla riduzione del numero degli aventi diritto, dopo aver ingenerato speranze e attese per il riconoscimento di diritti previdenziali.  Questo ennesimo calvario cui vengono sottoposti gli esodati – sottolinea il patronato Inca -  ci consolida nella nostra convinzione che la soluzione dovrebbe essere individuata in una norma generale che risolva una volta per tutte i problemi creati dalla legge Fornero. Nel frattempo chiediamo al Ministero di accogliere tutte le domande che, sulla base di una legislazione generica, a buon diritto, sono state presentate. Il Patronato Inca continuerà a tutelare gli interessi individuali di tutti gli esodati fino alla soluzione generale del problema”.