Tagli e peggioramento dei servizi. Un tema di cui si discute molto, e da tempo, un tema che riguarda anche le poste con l’annunciato progetto di riorganizzazione dei servizi ai cittadini. Ne parlano, in una lettera indirizzata a Graziano Del Rio dell’Anci, Franca Biglio dell’Anpci, e Enrico Borghi dell’Uncem – le principali associazioni dei comuni italiani –, Emilio Miceli, segretario generale Slc Cgil, e Mario Petitto, segretario generale Slp Cisl, chiedendo “un autorevole intervento presso Poste italiane e presso l’azionista pubblico affinché non si dia seguito al progetto ed anzi si riapra un tavolo di confronto che preveda non il depauperamento bensì lo sviluppo del settore, a beneficio della qualità e della continuità del servizio che Poste italiane è tenuta a svolgere a favore dei cittadini italiani.”

“A giorni – proseguono –, in assenza di accordo sindacale, Poste italiane provvederà infatti ad un efficientamento dei servizi postali che coinvolgerà inizialmente cinque regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Basilicata, Marche e Toscana” all'interno di un piano aziendale che prevede “una riorganizzazione complessiva che comporterà la soppressione di 1410 zone di recapito e la riduzione del numero degli addetti ai centri di movimentazione postale con un delta negativo di 174 unità.”

Ritenendo di pertinenza delle associazioni dei Comuni l’inevitabile peggioramento del servizio che Poste italiane, in adempimento agli accordi di programma sottoscritti con il governo, è tenuta a svolgere a beneficio di tutti i cittadini, ovunque essi risiedano, Miceli e Petitto annunciano che “il taglio coinvolgerà indiscriminatamente aree metropolitane e piccoli comuni e il naturale decremento della qualità del servizio universale intaccherà il diritto di ogni cittadino a fruire di una rete infrastrutturale finanziata dal denaro pubblico. La conseguenza dei tagli sarà l’allargamento della porzione di territorio che ciascun portalettere dovrà servire con la connaturata difficoltà di servire tutti i punti di recapito previsti nei termini stabiliti”.