“Quando ho nominato segretario Catricalà e confermato nelle loro posizioni Fortunato e Canzio non ero certo all'oscuro dei loro rispettivi percorsi di carriera, né di chi avesse avuto un ruolo decisivo nel valorizzarli in passato”. Lo scrive in una lettera a 'Repubblica' il presidente del Consiglio Mario Monti, rispondendo così all'editoriale di ieri di Eugenio Scalfari in cui il fondatore del quotidiano aveva individuato “alcuni poteri forti” a Palazzo Chigi che “remano sistematicamente contro la sua politica”. In particolare Scalfari aveva scritto come Catricalà fosse una 'creatura' di Gianni Letta e Fortunato e Canzio di Giulio Tremonti.

“Non ho avuto finore alcun motivo -risponde oggi su Repubblica il premier- per rammaricarmi delle scelte che ho fatto nel novembre scorso. Ho anzi apprezzato le loro qualità e il loro spirito di servizio. Naturalmente, nel caso riscontrassi in loro, come in qualsiasi altro collaboratore, anche un solo caso di mancata correttezza o lealtà, non esiterei a privarmi della loro collaborazione”.