Il Fatto quotidiano spara il titolone. “Il Partito della Fiom”. E specifica nel sommario: “Il sindacato delle tute blu propone un patto a sinistra. E annuncia: se salta, corriamo da soli”. Poi, il pezzo di Luca Telese è un po’ meno assertivo ed esordisce con una serie di domande: “La Fiom si mette a fare politica? Condiziona la politica? Le chiede di cambiare rotta? Si candida a commissariare la politica sui temi del lavoro? Si candida e basta? Da domani, c'è da giurarci, anche questa variabile entrerà come una bomba nel dibattito politico del paese”. Ma qual è il fatto di cui parla Il Fatto? Spiega Telese: “Il 9 giugno il gruppo dirigente della Fiom ha convocato a Roma Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro, Nichi Vendola, i movimenti, i sindaci progressisti. Non sarà una passeggiata per nessuno. E il dato clamoroso è che se non ottenesse quello che chiede, una parte del gruppo dirigente non esclude di promuovere un cartello elettorale”.

Ma che cosa chiede la Fiom? Per capirlo è utile leggere, su Il Manifesto, l’articolo (meno pirotecnico e che non parla di “cartelli elettorali”) di un giornalista sempre bene informato su quello che si muove a Corso Trieste. “Il sindacato guidato da Maurizio Landini – scrive Loris Campetti – ha invitato Bersani, Di Pietro, Vendola e Ferrero a un confronto pubblico con il gruppo dirigente della Fiom e una platea di delegati metalmeccanici. Tutti hanno risposto positivamente ed è probabile che altre figure importanti della società italiana parteciperanno portando il punto di vista di studenti, precari, associazioni come il gruppo Abele, lo stesso Grillo se vorrà, la neonata Alba attraverso qualche suo promotore. A tutti gli ospiti saranno poste domande impegnative: sul lavoro, sulla rappresentanza (a proposito, quanti sono gli operai in parlamento?), sulla democrazia, sul modello sociale, economico e politico che si vuole costruire” Conclude Campetti: “La domanda è scontata: la Fiom si mette a fare politica? La Fiom non cerca posti in parlamento e vuole continuare a fare quello che ha sempre fatto: il sindacato. Sarebbe straordinario se la sinistra facesse politica, e dicesse chiaramente con quali programmi, quali alleanze soiali, prima ancora che politiche, vuol farla”.