In attesa dello sblocco della trattativa sulla riforma previdenziale rimandata di una decina di giorni, si torna intanto a parlare di lavori usuranti. L’occasione di oggi (8 febbraio) è stata un’audizione parlamentare organizzata dal Senato e alla quale hanno partecipato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil. All’ordine del giorno l’inserimento degli infermieri e degli assistenti sociosanitari nella lista dei lavoratori che svolgono mansioni usuranti e per cui deve essere resa possibile un’uscita anticipata dal lavoro.

Per la Cgil ha partecipato Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil che ha ribadito per prima cosa la necessità (e l’urgenza) di “una riforma strutturale del sistema previdenziale” che deve essere “più equo e sostenibile sia dal punto di vista economico che sociale”. 

Nello specifico, a proposito della gravosità dei lavori, Cigna ha spiegato: “Uno dei punti centrali su cui la Cgil chieda che venga definita la riforma del sistema previdenziale è proprio quello del riconoscimento della diversità dei lavori, attraverso l’individuazione dei lavori gravosi o usuranti. Seppur parziale, giudichiamo positivamente il lavoro presentato lo scorso anno dalla Commissione tecnica incaricata di studiare la diversa gravosità delle occupazioni. Per questo, secondo la Cgil, la Commissione deve completare il suo lavoro e le varie proposte di allargamento della lista dei lavori usuranti vanno inserite in questo quadro generale che farà parte della riforma previdenziale complessiva. Sarebbe sbagliato, per la Cgil, disperdere gli interventi in mille rivoli. Ovviamente la proposta d'inserire gli operatori della sanità che svolgono i lavori più pesanti e usuranti (in particolare infermieri e operatori sociosanitari) è sicuramente da accogliere e inserire nel quadro generale".

“Le proposte di legge n. 934 e n. 2347 oggi in esame, intervengono specificatamente su professioni lavorative decisamente rilevanti - soprattutto in questa fase di pandemia – come il personale infermieristico e degli operatori socio-sanitari. Una platea di lavoratori importante, complessivamente circa 700.000 lavoratori, di cui 330.000 operatori socio-sanitari e 371.000 persone che esercitano la professione infermieristica, entrambe figure centrali nel sistema sanitario e ospedaliero che rivestono una rilevanza sociale nel Paese”.

Secondo la Cgil si devono considerare tutti gli aspetti del lavoro infermieristico e degli assistenti sociosanitari che inseriscono nettamente queste professioni nella lista dei lavori gravosi e usuranti, anche considerando l’aspetto non secondario dei turni di lavoro che si spalmano normalmente nelle ore notturne.

“Ci auguriamo quindi – ha concluso Cigna - che il lavoro della Commissione tecnica di studio del lavoro gravoso e del lavoro usurante, possa ricomprendere tutti questi aspetti anche quelli evidenziati nelle proposte di legge in esame, per poter fare un lavoro organico e complessivo sulle diverse occupazioni, costruendo la flessibilità necessaria per i soggetti che svolgono attività faticose, come il personale infermieristico e degli operatori socio-sanitari”.

TABELLA SUI REQUISITI DEL PENSIONAMENTO ANTICIPATO