Ieri (8 ottobre), nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Whirlpool e il destino della fabbrica di via Argine a Napoli. Al tavolo, scrivono in una nota unitaria Fim Fiom e Uilm, "è emerso con chiarezza che il consorzio interessato a reindustrializzare il sito partenopeo, per costituirsi, ha bisogno di un lasso di tempo maggiore di quello scarsissimo messo a disposizione dalla procedura di licenziamento in corso. D’altronde il gruppo ribadisce la volontà di chiudere la procedura il giorno 15 ottobre. A partire da quella data la multinazionale avrebbe la possibilità di inviare le lettere di licenziamento".
Il tempo stringe e il sindacato ribadisce le sue richieste. La prima è che Whirlpool sposti il termine del 15 ottobre per consentire un confronto effettivo sull’ipotesi di rilancio del sito. La seconda è che il Governo incontri gli imprenditori privati interessati e coinvolga direttamente Invitalia fra i soggetti del consorzio, per accelerarne i tempi di costituzione e per offrire maggiori garanzie ai lavoratori.
"Fino ad ora - scrivono i sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil - ci è stato detto dal ministero dello Sviluppo Economico che non vi sono pregiudiziali al diretto impegno di Invitalia, se sussisteranno le condizioni poste dal Fondo salvaguardia. Ma dalla assenza di pregiudiziali occorre passare ad un impegno preciso, per sua stessa natura da accompagnare al disvelamento dei soggetti privati coinvolti. In ogni caso dinanzi all’incomprensibile indisponibilità di Whirlpool a concedere alla discussione tempi sufficienti, confidiamo in un intervento dei ministri Giorgetti e Orlando e della viceministro Todde sui vertici della multinazionale. Nel frattempo naturalmente porteremo avanti le nostre ragioni anche in sede giudiziaria".