Venerdi 25 ottobre sciopero dei lavoratori della Società Western Union Retail Services Italy Srl (Wursi) e della branch italiana Western Union Payment Services Irland Limited (Wupsil) appartenenti al Gruppo Western Union, leader mondiale del mercato del money transfer. Lo hanno dichiarato Filcams e Rsa per protestare contro la procedura di licenziamento collettivo nelle due sedi italiane di Roma e Milano: 42 lavoratori in esubero su un totale di 191 dipendenti presenti nelle due aziende.

Le società, si legge in una nota sindacale, “hanno giustificato gli esuberi dichiarando di affrontare un mercato altamente competitivo che ha portato una scarsa crescita nel corso degli ultimi anni. Motivazione che non trova fondamento in quanto le società stesse sono comunque, come da ultimi dati di bilancio disponibili, in utile. La procedura viene inoltre giustificata dalla ristrutturazione a livello globale voluta dall’headquarter americano che ha recentemente annunciato una nuova strategia finalizzata al miglioramento del proprio livello di efficenza”.

Tuttavia, per i sindacati “il gruppo Western Union è assolutamente profittevole avendo chiuso il bilancio con un utile netto di 851 milioni. Sempre dai dati ufficiali la strategia economica riconducibile a questa riorganizzazione emerge essere quella di favorire principalmente gli stakeholder interni avendo utilizzato circa la metà degli utili netti per il riacquisto delle proprie azioni emesse sui mercati finanziari al fine esclusivo di farne aumentare il rendimento”.

All’interno delle consultazioni avvenute sino ad oggi tra la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali, continua la nota, “è emerso l'intento delle aziende, allineate al piano di ristrutturazione globale, di ridurre i costi del lavoro attraverso la delocalizzazione di attività attualmente svolte in Italia, presso le sedi di Vilnius in Lituania e di Pune in India. Ad oggi sembrerebbe non esserci alcuna apertura da parte di Western Union né alla possibile riduzione del numero degli esuberi comunicati né rispetto a un sostegno economico all'uscita dei lavoratori nonostante gli utili del gruppo siano abbondantemente in attivo”.

“La strategia di delocalizzazione aziendale annunciata e la riduzione dell'organico, ad oggi pari al 20 per cento della forza lavoro, produrrebbe una grave incertezza anche sul futuro dei circa 150 dipendenti oggi non impattati dai licenziamenti che chiedono maggiori garanzie e piani aziendali chiari e condivisi” e per questo “la Filcams di Milano sostiene l'iniziativa di sciopero di 8 ore dichiarata da tutte le sigle sindacali presenti in azienda in data che localmente prevede un presidio presso la sede milanese del Gruppo Western Union”.