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“Wärtsilä solo a parole conferma la sua disponibilità nel lavorare per dare un futuro lavorativo ai 300 dipendenti, ma nell’incontro al ministero delle Imprese ha posto un solo tema: la cassa integrazione”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nazionali: “Con questa premessa abbiamo respinto la richiesta avanzata dalla multinazionale di utilizzare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori coinvolti dalla scellerata scelta di delocalizzare la produzione in Finlandia”.
Nei prossimi giorni i sindacati terranno le assemblee con i lavoratori per valutare le iniziative a sostegno della vertenza. A tal ragione, sono intanto state proclamate quattro ore di sciopero in tutto il gruppo, aggiuntive a quelle nazionali già indette nelle giornate del 7 e 10 luglio.
I sindacati metalmeccanici giudicano la richiesta della multinazionale “inaccettabile, dato che non vi sono progetti di reindustrializzazione che anche Wärtsilä si era impegnata a presentare. Una situazione gravissima, che rischia di precipitare già nei prossimi mesi con l'avvio della procedura di licenziamento dei lavoratori”.
Per queste ragioni le organizzazioni sindacali, nel “condannare il comportamento di Wärtsilä”, hanno sollecitato il governo ad accelerare l'iniziativa del ministero delle Imprese, annunciata anche dal ministro Urso in un recente incontro in Prefettura a Trieste, e avanzare “un credibile progetto per la reindustrializzazione del sito di Trieste, per salvaguardare l'occupazione e il salario dei lavoratori diretti e dell'indotto, e di farlo utilizzando tutti gli strumenti di cui il governo dispone”.