“Sono tanti gli ostacoli che le donne del corpo dei Vigili del fuoco si trovano davanti nel poter scegliere o meno di avvalersi di un percorso di sviluppo in carriera o quando, causa un’applicazione sbagliata o male interpretata dalla stessa amministrazione, sono costrette a subire restrizioni legate ai legittimi percorsi di reinserimento al rientro della maternità e di supporto nel periodo successivo all’allattamento e cura dei figli. In attesa dell’istituzione formale di uno specifico Osservatorio sulle politiche di genere, ribadiamo la necessità di avviare urgentemente un tavolo nazionale sulle politiche di genere nel corpo”. Lo scrive la Funzione pubblica Cgil in una nota, inviata ai vertici del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e al governo.

Il corpo “storicamente e tradizionalmente, nella sua componente operativa si è sempre caratterizzato per una presenza maggioritaria maschile, se non addirittura esclusiva. La questione di genere quindi, nell'ambito del dipartimento dei Vigili del Fuoco – si osserva - non è mai stata affrontata e trattata adeguatamente, trascurando temi di assoluta importanza che necessiterebbero, al contrario, di una vera presa di coscienza per migliorare i diritti e le forme di tutela delle lavoratrici. Esistono infatti alcuni aspetti culturali e pratici che andrebbero analizzati e indirizzati al meglio per recuperare quel vuoto normativo creatosi in questi lunghi anni di assordante silenzio”.

La Fp quindi prosegue: “Riteniamo indispensabile che, per evitare l’abitudinario involontario e inconsapevole comportamento discriminatorio e sessista, quali ad esempio commenti ironici e mascherati da ironia generalizzata che rientrano in una vecchia logica patriarcale, vengano organizzati corsi di formazione e comunicazione verbale e non verbale, sensibilizzando il personale del Corpo e creare una nuova cultura del rispetto tra le persone”.

Un’azione, prosegue la lettera, “che per essere efficace e generare il necessario cambiamento culturale deve partire dagli uomini del corpo e che deve avere come primi protagonisti i livelli apicali, i responsabili intermedi e poi ogni singolo dipendente. Da parte nostra, ogni altra tipologia di tutela che possa supportare il lavoro delle donne nelle dinamiche lavorative sarà oggetto di una particolare attenzione”, conclude la Fp Cgil.