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Quello che si chiude, per le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato (ma non solo), è stato un anno vissuto pericolosamente. La pandemia ha cambiato letteralmente lo stile di vita e di lavoro di ciascuno di noi, ha inciso sulla narrazione delle scelte e delle priorità del sindacato, ha modificato paradigmi consolidati e fino ad ora mai messi in discussione. Lo straordinario sforzo, tuttora in corso, di poliziotte e poliziotti, che si affianca a quello di tante categorie di lavoratrici e lavoratori che hanno continuato a essere in prima linea nonostante il Covid, ha prodotto ansie e insicurezza, ha generato preoccupazioni e angosce.
Oggi più che mai, dunque, il ruolo del sindacato democratico e confederale, anche nella Polizia di Stato, deve rafforzarsi per diventare un punto di riferimento sempre più importante, una certezza in un mare di incertezze. Il Silp Cgil, che nell'ambito della federazione Silp Cgil-Uil polizia conferma e consolida per il secondo anno consecutivo un trend positivo di adesioni e consensi, ha cercato di svolgere questo ruolo.
La prima preoccupazione, infatti, è stata ed è quella di assicurare condizioni di sicurezza sanitaria al personale. Da questo punto di vista, possiamo ascrivere tre risultati concreti raggiunti nel 2020: cancellazione dell'iniziale discriminazione per gli operatori in isolamento domiciliare senza essere sottoposti a test di positività, che in un primo momento non godevano di alcun contributo; garanzia di riconoscimenti premiali anche al personale delle scuole di polizia, che ha continuato e continua a operare garantendo addestramento e formazione; polizza assicurativa per gli appartenenti, arrivata dopo la nostra forte richiesta al capo della Polizia.
Accanto alla salute, resta fondamentale la necessità di riconoscimenti economici e normativi concreti per i poliziotti. Il contratto di lavoro, scaduto da oltre 700 giorni, ha rappresentato nell'anno che sta per terminare uno dei nostri obiettivi principali e nel 2021, reperendo ulteriori risorse, si dovrà trovare la quadra per chiuderlo con equilibro e soddisfazione. Lavorare in sicurezza, lavorare con una giusta retribuzione, lavorare potendo garantire sempre efficienza dei delicati servizi e impieghi svolti: quest'ultimo punto, fondamentale, tocca il tema degli organici della Polizia di Stato, del mancato turn over e dell'elevata età media.
Per questo, al di là dei concorsi in svolgimento e dei corsi di formazione in partenza, è necessario per il 2021 un piano straordinario di assunzioni. Una richiesta che il Silp Cgil ha già rappresentato con forza ai vertici del ministero dell'Interno e del Dipartimento della pubblica sicurezza. Diventa ancor più imprescindibile, quindi, il ruolo della formazione per i nuovi agenti e di aggiornamento per il personale già in servizio. Ecco perché sulle scuole di polizia, che anche nel 2020 abbiamo difeso da ipotesi di razionalizzazioni e ridimensionamenti, e sul personale che vi opera bisogna continuare a investire così come, in sicurezza e nel rispetto dei protocolli sanitari previsti, vi è la necessità di gestire e organizzare la formazione in presenza. Un valore per noi irrinunciabile.
Del resto, sono i valori e i diritti - anche in tempi complessi come quelli che stiamo vivendo - a rappresentare l'anima vera, il cuore profondo del sindacato. Per questo, bisogna difendere coi denti i diritti acquisiti, a partire da quelli pensionistici, essere orgogliosi delle nuove fattispecie conquistate nel 2020, grazie anche allo sforzo del Silp Cgil (il riferimento è all'istituto delle ferie solidali), investire con forza nei diritti non ancora riconosciuti e nei nuovi diritti, contro tutte le discriminazioni e le tentazioni di regressione.
Ecco perché la legge Zan - che ha esteso il reato, già esistente, di propaganda e istigazione all’odio e alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi a tutti gli atti di discriminazione e di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere oppure sulla disabilità o su una condizione personale di particolare vulnerabilità - va vista come un positivo passo avanti. Insomma, non è tutto da buttare questo 2020, vissuto pericolosamente. Certamente, dobbiamo essere preparati e attenti alle sfide che ci attendono. Sfide sempre più complesse e difficili. Sfide che, volenti e nolenti, non possiamo evitare di affrontare.
Daniele Tissone è il segretario generale del Silp Cgil