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Un accordo, firmato da un’azienda, dai sindacati e da un’Agenzia per il lavoro, che salva i lavoratori dai rischi annidati nel cosiddetto “Decreto dignità”. Succede a Sant’Agata Bolognese, alla Schnellecke Italia, azienda che si occupa della logistica per Automobili Lamborghini e che dal 2008 gestisce il magazzino del sito nel Bolognese.
Il 21 marzo, infatti, è stata raggiunta un’intesa sottoscritta dall’azienda, dall’Agenzia per il lavoro Synergie Italia con la Rsu, la Fiom e il Nidil di Bologna, per evitare che i lavoratori somministrati (ex interinali) presenti in Schnellecke vengano lasciati a casa al termine dei primi 12 mesi di contratto.
Qualche mese fa, a ottobre 2018, si era concordato anche un piano straordinario di oltre 50 stabilizzazioni e di assunzioni a tempo indeterminato grazie all’aumento dei carichi di lavoro collegati alla produzione del terzo modello di un Suv Lamborghini. Schnellecke Italia, anche grazie agli accordi sindacali che si sono susseguiti negli ultimi anni, è passata così da 49 dipendenti a tempo indeterminato del 2014 ai 116 di oggi.
Con l’accordo della scorsa settimana, ora, si scommette sull’utilizzo del contratto di somministrazione a tempo indeterminato (escludendo comunque lo staff leasing) che permette ai lavoratori di non essere lasciati casa al termine dell’anno di contratto e di arrivare ad un massimo di 24 mesi di presenza in Schnellecke, attraverso un’unica missione della durata di 12 mesi, per rimanere collegati all’azienda in un periodo importante di crescita dell’occupazione prevista dall’accordo di ottobre.
“Schnellecke Italia – affermano Fiom e il Nidil di Bologna – è un modello positivo, perché da sempre l’azienda applica il contratto nazionale dei metalmeccanici e perché negli anni si è consolidata una contrattazione aziendale che interviene sia sui salari che sui diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori”.
La rsu Schnellecke, la Fiom e il Nidil di Bologna, quindi, non possono che esprimere soddisfazione per l’accordo: “Non solo per il merito e per i contenuti dell’intesa, non solo perché questo accordo dimostra che con la contrattazione si possono gestire ed affrontare i problemi posti dal decreto dignità, senza che le contraddizioni siano scaricate sulle persone che lavorano”. Ma anche perché “rappresenta un’esperienza avanzata di contrattazione inclusiva che vede diverse categorie sindacali confrontarsi, allo stesso tavolo, con aziende e agenzie per il lavoro, raggiungendo soluzioni avanzate”.
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I beffati del decreto dignità