Quarantadue mesi di ritardo sul rinnovo del contratto. Oltre 70 mila dipendenti penalizzati, di cui 15.000 in Lombardia e ben più di mille nella sola Bergamo. Sono questi i numeri che hanno portato all'adesione allo sciopero nazionale, oggi e domani, del settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari.

"In un settore dove ogni giorno ci sono lavoratori che rischiano la vita, è a maggior ragione inammissibile che non venga rispettata la funzione, strategica per il Paese, dei migliaia di lavoratori occupati in questo settore.
Sono ormai quasi quattro anni che lavoriamo per il rinnovo del contratto, con controparti che richiedono sacrifici costanti e propongono condizioni vergognose nei confronti dei lavoratori. Gli aumenti contrattuali proposti, per esempio, sono indecorosi e inaccettabili. Questo è settore dove tutte le attività sono appaltate, e le garanzie di occupazione e di qualità del lavoro passano anche dalle regole sui cambi di appalto, che i datori di lavoro intendono peggiorare.
Il quadro che ne emerge è di un settore strategico per la sicurezza, che però molti vorrebbero rendere privo di regole per scaricare i costi sulle spalle dei lavoratori". È quanto dichiarano, in una nota unitaria, Mario Colleoni e Mauro Rossi, Filcams Cgil; Alberto Citerio e Diego Lorenzi, Fisascat Cisl; Maurizio Regazzoni e Sandro Dalle Fusine, Uiltucs Uil Bergamo.

"Ci aspettiamo che anche la politica e il governo non si limitino solo ad affidare buona parte della sicurezza del Paese a questi lavoratori, ma che si impegnino anche a restituire loro dignità attraverso il riconoscimento del valore del lavoro, attraverso i contratti nazionali e la loro applicazione. Ci auguriamo che l'incontro che si è svolto questa mattina in Prefettura possa essere portare a una forte presa di posizione da parte dei ministeri interessati, e che le istituzioni intervengano non solo con parole bune ma anche con fatti concreti", proseguono i vari dirigenti sindacali.

La protesta non si ferma, comunque, fino a quando la situazione non sarà risolta: adesso siamo pronti a far partire una raccolta firme, rivolta ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, alla guida dei due ministeri interessati dal settore vigilanza e sicurezza.