Quinta e ultima giornata di sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. A fermarsi oggi primo dicembre sono state le regioni del Sud Italia, Campania, Calabria, Basilicata e Puglia. Cortei partecipatissimi ovunque, da Napoli, dove a chiudere il palco è stato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Bari, dove le conclusioni della mattinata sono state affidate a Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil.

Decine di migliaia di persone hanno attraversato i centri delle città in cui erano state previste manifestazioni e presidi, da Potenza a Catanzaro, da Reggio Calabria a Cosenza, oltre ai due appuntamenti già citati nei capoluoghi di Campania e Calabria.

Altissima l’adesione allo sciopero al grido di “Adesso basta!”, per chiedere al governo un deciso cambio di rotta nelle politiche economiche, a partire dalla Legge di Bilancio.

Campania

Oltre trentamila persone, molte delle quali giunte in città grazie ai 70 pullman organizzati da tutte le province della regione, hanno animato la piazza di Napoli. Il corteo, guidato da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, è partito intorno alle 9:30 da Piazza Mancini, il lungo serpentone rumoroso e colorato ha raggiunto Piazza Matteotti intorno alle 11:00. Dal palco le testimonianze dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate campani, le difficoltà che stanno affrontando in questi anni di crisi, le richieste di cambiamento indirizzate al governo.

Dopo l’intervento del segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati, ha preso la 
parola il segretario della Cgil, Maurizio Landini. "Vedo una bellissima piazza piena. Ancora una volta Napoli, la Campania, parla a tutto il Paese", ha detto. "Negli ultimi vent'anni - il messaggio di Landini dal palco - sono stati 800mila i giovani del Mezzogiorno, di cui più di 300mila laureati e diplomati, che se ne sono dovuti andare dal Mezzogiorno per vivere e lavorare all'estero o in altre zone del Paese. Che futuro può avere un Paese se i giovani, quelli che abbiamo fatto studiare, utilizzano il loro sapere e la loro intelligenza in altre realtà europee? A questo governo, che
continua a farci credere che dovremmo avere paura dei migranti e chiudere i nostri porti, dobbiamo dire che devono chiudere gli aeroporti per smettere di far andare via le nostre intelligenze e le nostre competenze".

“Da Napoli – ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – oltre 30mila lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati hanno detto un “no” convinto a questa manovra finanziaria del Governo. Dal palco le delegate e i delegati e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, hanno ribadito le proposte di Cgil e Uil. Lo sciopero di oggi contro il governo Meloni non è ideologico ma contro le misure che si vogliono adottare. Si è sempre manifestato senza guardare il colore politico dei Governi. Difendiamo il Mezzogiorno da misure che non vanno incontro alla criticità della Campania e del Sud. Cercheremo fino alla fine di far cambiare idea al Governo su fisco, pensioni, salari, scuola, sanità. Il diritto allo sciopero è sacrosanto e non può essere leso. Oggi – ha concluso – in migliaia hanno rinunciato, con convinzione, ad una giornata di paga per essere con noi in piazza a manifestare”.

Le adesioni nei luoghi di lavoro 

Fabbriche e luoghi di lavoro si sono letteralmente svuotati. Nel settore metalmeccanico adesioni dell’80 per cento in Stellantis a Pomigliano d’Arco, 95 per cento alla Magneti Marelli di Caivano. Cento per cento alla Schneider Electric di Casavatore, in provincia di Napoli. Percentuali altissime anche nelle altre province campane: nel cantiere Sirti di Sala Consilina, in provincia di Salerno, adesione del 95 per cento, del 90 per cento alla EasyTech di Fisciano. A Benevento adesione al 98 per cento nello stabilimento della Ficomirrors, azienda del settore automotive, del 96 per cento alla Imeva e del 60 per cento alla Leonardo. Ad Avellino 95 per cento alla Cms e del 60 per cento alla IIA, Industria Italiana Autobus. A Caserta, 95 per cento di adesione alla TFA, ex Firema, e del 70 per cento alla Snop. Adesioni che sfiorano il 100 per cento anche nel settore agroalimentare come nello stabilimento La Doria di Fisciano e alle Sinergie Molitorie, in provincia di Salerno. Adesione al 95 per cento nello stabilimento Rummo di Benevento e del 90 per cento alla Idav Dolciaria di Striano, in provincia di Napoli. Sciopero riuscito anche nel settore dello spettacolo. A Napoli annullati gli spettacoli previsti al Teatro San Ferdinando, al Teatro Mercadante e al Ridotto del Mercadante, dove le maestranze hanno aderito alla mobilitazione di Cgil e Uil.

Puglia

Grandissima partecipazione alla protesta anche in Puglia. Piazza della Libertà a Bari si è colorata di rosso azzurro, oltre 10mila persone hanno manifestato, mentre dal palco ha concluso il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

"Da parte del governo – ha detto Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia – c'è stato un atteggiamento antisindacale già dal momento in cui si è deciso di precettare i lavoratori in sciopero. C'è un atteggiamento anticostituzionale da parte di questo governo – ha aggiunto – che non riconosce il soggetto collettivo di una rappresentanza generale".
Per Bucci "questo clima ha come conseguenza quella di infondere terrore e paura nelle persone, per questo è importante rimanere uniti come stiamo facendo qui. Cgil e Uil rappresentano l'unità sindacale e credo che questo governo debba farci i conti".

"È la volta del Mezzogiorno, di un Sud che non si piega per rivendicare il suo protagonismo
all'interno del Paese", ha detto ancora Gigia Bucci, che ha precisato: “questa piazza è contro un governo che rilancia continuamente con l'autonomia differenziata, sottraendo i fondi per lo sviluppo e le risorse per il Pnrr. È un Sud che vuole alzare la testa e tornare protagonista rispetto alle politiche di governo".

Gigia Bucci a Bari 01.12.2023
Gigia Bucci a Bari 01.12.2023

Gigia Bucci a Bari 01.12.2023

"I giovani che sono qui non sono figli di un Dio minore. Dove sono gli investimenti per il sistema sanitario? Dite che blocchiamo il Paese, ma come si pensa di dare un futuro se si vuole fare una Zes unica?". Lo ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dal palco della manifestazione organizzata a Bari da Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale delle Regioni del Sud.

"Spiegateci come pensate di risolvere il problema dell'Ilva – ha aggiunto, interrogando il governo –. Il tempo passa e lo stabilimento rischia di chiudere. Diteci come intendete dare risposte alla Bosh, alla Marelli. Diteci come intendete affrontare la transizione climatica e dare risposte per le
politiche industriali". Bombardieri ha chiarito che "non accetteremo alcun attacco al diritto costituzionale allo sciopero dal ministro Salvini. I lavoratori lo sciopero se lo pagano. Se Salvini vuole fare camminare i treni, si faccia dare dalla Meloni il trenino di Lollobrigida, che lo fa fermare dove vuole".

Bombardieri ha parlato anche della sicurezza sul lavoro: "Invece di precettare – ha detto – il governo faccia qualcosa per la sicurezza sul lavoro, convochi le ferrovie perché troppe persone hanno perso la vita. Noi – ha assicurato – non ci pieghiamo e questi lavoratori non hanno paura. Queste piazze non saranno mai un sindacato di regime".

Basilicata

Piazza piena anche a Potenza, dopo il corteo di Cgil e Uil.

Il corteo a Potenza 01.12.2023
Il corteo a Potenza 01.12.2023

Il corteo a Potenza 01.12.2023

Il segretario regionale della Cgil, Fernando Mega, ha detto che "tra le priorità lucane non dimentichiamo il dimensionamento scolastico e l'abbandono da parte dei giovani, perché quando è messo a rischio il diritto allo studio, il diritto alla sanità, il diritto al lavoro, si mette a rischio il
diritto alla cittadinanza. Noi vogliamo invertire un racconto – ha concluso – lanciando una sfida alla politica in generale, nazionale e locale, per la difficoltà immane in cui vive il Sud".

Calabria

Lo sciopero nazionale di Cgil e Uil ha fatto tappa oggi in Calabria occupando le piazze di Catanzaro, Cosenza e Crotone. Ampia la partecipazione per una protesta contro il governo e la sua manovra finanziaria che tocca in modo particolare il Mezzogiorno, ancora una volta messo da parte ed escluso da politiche di sviluppo e di crescita.

Dal palco di piazza Prefettura a Catanzaro il segretario generale regionale, Angelo Sposato, ha dichiarato: “Oggi la Calabria c’è e scende in piazza per dare voce a chi non ha voce, per esprimere un Sud che si sente abbandonato, che è scomparso dall’agenda politica, che non ce la fa ad arrivare a fine mese. Un Sud che ha bisogno di politiche di sviluppo, di lavoro, di investimenti che diano risposta anche quei 15mila giovani l’anno che vanno via. È urgente sostenere il reddito delle famiglie, serve un grande piano per il lavoro e un’attenzione particolare alle infrastrutture. Dalla 106 e l’elettrificazione della Ionica, all’Alta Velocità per connettere la Calabria al resto del Paese”.

A Cosenza presente il segretario confederale nazionale Cgil, Pino Gesmundo: “Oggi manifestano e scioperano i lavoratori e le lavoratrici del Mezzogiorno, una risposta a questo governo che, deve farsene una ragione, non può precettarci tutti. Noi continueremo a essere nelle piazze e a manifestare contro queste scelte di governo che non danno risposte, in particolare al Mezzogiorno. Ma oltre il tema politico, di mezzo c’è la difesa della Costituzione messa in discussione perché antifascista. Capiamo che il Governo ha qualche problema con questo termine, ma questa è la Costituzione, antifascista, che valorizza la democrazia, la partecipazione, a partire dal diritto di sciopero, fino alla possibilità di tenere un Paese unito contro il presidenzialismo, contro l'autonomia differenziata. Le piazze lo gridano e non si fermeranno finché non otterremo risultati”.

"È stata una bella manifestazione – ha detto dal palco di Reggio Calabria la segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi – con tanti lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati che non si arrendono a una legge di bilancio sbagliata e ingiusta, non si arrendono all’autonomia differenziata che rischia di far arretrare il nostro Paese,oltre che il Sud del nostro Paese, e non si arrendono ad un'ingiustizia sociale che è alimentata da riforme sbagliate come quella fiscale. Oggi siamo stati tutti insieme in piazza per dire “no” a interventi che non danno risposte concrete”.