È ancora sciopero per i lavoratori di Sirti, impegnati insieme a Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil in una vertenza durissima contro gli 833 esuberi, tra operai e impiegati, dichiarati dal gigante italiano delle infrastrutture per telecomunicazioni. Dopo le giornate di mobilitazione della scorsa settimana, culminate nella giornata del 20 febbraio, con adesioni intorno al 90 per cento in molti siti del gruppo (Belluno, Cagliari, Ferolato Antico, Genova, Milano, Carini, Treviso, Udine, Bologna e Modugno), oggi (giovedì 28 febbraio) è stato il turno dei dipendenti del sito di Galatina (Lecce).

L'adesione allo sciopero è stato totale: hanno infatti incrociato le braccia per due ore (dalle 8.30 alle 10.30) tutti gli 84 lavoratori dello stabilimento, partecipando così in massa al sit-in di fronte alla sede aziendale. Nel sito di Galatina sono previsti 32 esuberi, pari al 38 per cento dell'intero personale. In tutta la Puglia sono 99 gli allontanamenti dichiarati: 55 su 169 nella provincia di Bari e 12 su 13 in provincia di Taranto. “Mi auguro che in questa circostanza gli amministratori di Sirti possano dimostrare maggiore apertura e ragionevolezza", commenta la segretaria generale della Fiom Cgil Lecce Annarita Morea: "In passato, quando ci sono state delle crisi, la società ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Questa volta, invece, la procedura di licenziamento è stata repentina e violenta, e non ci ha lasciato margini di trattativa”.

Contrariamente alle richieste del sindacato, Sirti non solo non ha ritirato la procedura di licenziamento collettivo, ma ha convocato d’urgenza proprio per oggi le parti sociali per l’esame congiunto obbligatorio. A livello nazionale, su 3.692 addetti, il gruppo ha previsto 833 licenziamenti, ossia il 23 per cento del personale. Le cause di questa procedura sarebbero le condizioni di mercato che hanno generato pesanti perdite finanziarie nell’ultimo biennio, scarsa marginalità e ulteriore frammentazione dei soggetti imprenditoriali concorrenti. 

“Chiediamo all’azienda di ripensarci e non aprire la procedura di licenziamento annunciata – ha dichiarato Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil nazionale - È necessaria la convocazione di un tavolo di crisi presso il governo, che coinvolga sindacati e istituzioni, per aprire - a partire dalla vertenza Sirti - un confronto sul settore delle telecomunicazioni. Il governo non può ignorare il ruolo strategico che il settore delle telecomunicazioni ricopre per il Paese e le drammatiche ricadute dal punto di vista occupazionale che il caso Sirti comporta”.

(aggiornamento ore 15.44)