Altissima adesione allo sciopero del settore energia e petrolio. La protesta è riuscita, al momento le raffinerie sono ferme, non ci sono prodotti lavorati in entrata e uscita e gli impianti marciano al minimo, così come previsto dalla legge”. Ne danno notizia i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil in una nota. “Questa – aggiungono le tre sigle – è la prima risposta forte e compatta delle lavoratrici e dei lavoratori del settore per rinnovare il contratto nazionale di lavoro, che come è noto è scaduto il 31 dicembre scorso”.

I sindacati hanno diffuso i primi dati parziali della mobilitazione. Altissima l’adesione al petrolchimico di Siracusa, pressoché fermo, così come in tutto gli siti produttivi siciliani: Sonatrach, Isab Lukoil, Priolo servizi e Syndial. A Gela, nella raffineria Eni e Enimed, l’adesione è del 90 per cento, con fermo di impianti e riduzione volumi di greggio estratto.

Altre percentuali anche all’Eni di Livorno (80 per cento), la Sait e Termisol (100 per cento), Eni Gas e Luce Torino (60 per cento), Deposito Eni R&Vopliano (100 per cento), Deposito Costiero di Palermo (oltre 85 per cento), Petroven Porto Marghera (100 per cento) e Raffineria Milazzo (80 per cento). Il settore coibentazione è totalmente fermo con adesioni del 99 per cento.