“Tra ottobre dicembre tutti i lavoratori e le lavoratrici del terziario metteranno in campo una mobilitazione senza precedenti. Decisiva e cruciale non solo per i risultati che vogliamo ottenere, ma per l'identità che abbiamo costruito e difeso insieme in questi anni. E per la tenuta sociale del Paese”. Questa l’affermazione iniziale del segretario generale della Filcams Fabrizio Russo all’assemblea generale della Cgil tenutasi a Bologna.

La Filcams è la categoria che rappresenta più di altre, lavoratori e lavoratrici in appalto, a part-time involontario, con alcuni contratti sotto i 9 euro l’ora, precari, poveri. E non è un caso se il segretario afferma: “Bisogna dire chiaro e forte, soprattutto in questa fase, è necessario che la Filcams sia sostenuta dall'organizzazione tutta, perché le rivendicazioni, le lotte, le conquiste, le sconfitte della Filcams rappresentano la quintessenza, l'anima, la cifra delle rivendicazioni, delle lotte, delle conquiste e delle sconfitte della Cgil tutta”. E sono anche "il cuore della mobilitazione di iniziativa confederale che la vedrà tutti in piazza il 7 di ottobre insieme a oltre 100 associazioni".

Russo sottolinea che “esistono interi settori, intere categorie di lavoratrici e lavoratori che rappresentano, pur nella loro eclatante fragilità, il futuro del lavoro”. Così come nella società non debbono esistere persone escluse, ultime, così non debbono esistere tra i lavoratori. E quindi la lotta per rivendicare condizioni migliori dei lavoratori più fragili è in realtà una questione che riguarda tutti. “È necessario che ciascuno di noi si occupi di definire diritti e tutele per questi lavoratori, come accaduto per chiunque altro prima di loro”.

Per il segretario generale siamo in presenta di una “terziarizzazione della società" che si concretizza nella deregolazione più esasperata. “La nuova forma della resistenza e della lotta quotidiana, estenuante ma tenace, da parte di migliaia di migliaia i delegati di delegati, non va giudicata sulla base di un rinnovo contrattuale di cui magari si ignorano completamente storia, vicissitudini e complessità. O sragionando di come si debba affrontare l'emergenza salariale nel commercio, nel turismo, nei servizi, non conoscendo minimamente il settore. Questo avamposto di lotta, di resistenza e di civiltà va invece avvicinato con attenzione, con cautela e anche con un po’ di umiltà, che non guasta mai. Va compreso, va sostenuto, ma soprattutto va rispettato”.

La conclusione del ragionamento di Russo è un monito e un incitamento: “Si fa fatica, è vero, quando dalle parole si deve passare alla pratica e all'iniziativa politica, ma sono queste le parole d'ordine; inclusione, confederalità, contaminazione. E devono diventare oggi il motore della lotta, il vento del cambiamento, la rabbia, ma anche la forza con cui in piazza ci andiamo tutte e tutti insieme”.