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Un altro passo avanti in direzione della riforma dei patronati. Lo ha scritto ieri il senatore Tommaso Nannicini, presidente della Commissione di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e relatore del testo della riforma, a commento della discussione che si è tenuta nella sede del Cnel alla presenza del ministro del Lavoro Andrea Orlando, dei membri della Commissione, dei patronati e dei vertici di Inps e Ispettorato Nazionale del Lavoro. La proposta, ha scritto Nannicini, è "il frutto di un lungo lavoro corale di analisi, che parte dalla necessità per i nostri territori di un sistema integrato di welfare di prossimità, che è ben interpretato dai patronati.
"Se vuole costruire il welfare del futuro, la politica deve trovare il coraggio di fare un nuovo patto col patronato del futuro. Partendo da due parole d'ordine: semplificazione e valorizzazione. La politica - ha detto il senatore - ha la responsabilità di rendere facile la vita dei patronati, evitando paletti che rendono difficile lo svolgersi di un'attività di welfare diffuso. Serve un sistema di finanziamento certo, rendere più semplice e meno farraginosa l'attività di ispettorato puntando su una maggiore fruibilità e condivisione dei dati. E serve una valorizzazione della loro funzione sociale con un metodo di finanziamento che allarghi le risorse, ne leghi l’erogazione alla qualità e all’attività di consulenza e accompagnamento. La digitalizzazione dei servizi non può tradursi in un passo indietro nell’universalismo dei diritti. E abbiamo bisogno dei patronati per farlo".
Non si è fatta attendere anche il commento di Michele Pagliaro, presidente dell'Inca Cgil. Sul sito dell'Istituto le linee guida della riforma della legge n. 152/2001, in sintesi mirano all'esigenza di "dare certezze agli Istituti di Patronato; semplificare le procedure informatiche anche per assicurare un efficace controllo ministeriale sul loro funzionamento; valorizzare il ruolo di questi corpi intermedi che sono un prezioso presidio di prossimità per i tanti cittadini che vi si rivolgono".
“Un confronto importante – ha spiegato Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil – che segna un passo decisivo per rivedere le regole di funzionamento del sistema patronati dando un impulso decisivo alla transizione tecnologica, di cui si parla nel Pnrr, senza che i cittadini rinuncino ai loro diritti, anche quelli inespressi.
Siamo pronti alle sfide del cambiamento – spiega il Presidente del Patronato della Cgil – ma servono scelte politiche anche sulle risorse finanziarie che, dopo la riduzione dell’aliquota contributiva dallo 0,226 allo 0,199 con cui si alimenta il Fondo ministeriale e i tagli delle leggi di bilancio, a partire dal 2009, hanno fortemente incrinato la capacità di tenuta del sistema di tutela individuale esercitato dai Patronati".
Il presidente dell’Inca, ricordando come da oltre 77 anni questi Istituti hanno svolto un ruolo di emancipazione sul piano dei diritti delle persone, soprattutto quelle più fragili, ha sottolineato che “la tutela individuale, prerogativa dei patronati, accompagnata da quella di negoziazione, di competenza delle organizzazioni sindacali, è l’antidoto più efficace per non arrestare il processo di evoluzione in senso universalistico del welfare italiano”.
Un sistema di protezione sociale di cui abbiamo estremo bisogno, ha osservato Pagliaro, considerando le contraddizioni emerse dall’ultimo rapporto sulle pensioni, la maggioranza delle quali ha un valore medio al di sotto del Reddito di cittadinanza e dai dati sull’occupazione, soprattutto giovanile e precaria, a cui il welfare non riserva una adeguata attenzione prospettica. “Ebbene – ha detto il Presidente dell'Inca -, finché permarranno tali condizioni del mercato del lavoro, la nostra ragion d’essere resta intatta e noi non demorderemo. Accettiamo le sfide del cambiamento, ma le misure per affrontarle devono rimanere ancorate ai valori di democrazia, di giustizia sociale e di rappresentanza dei bisogni vecchi e nuovi, espressi dai cittadini.”