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Una nuova protesta scuote lo stabilimento Padanaplast di Roccabianca, in provincia di Parma, dove le maestranze hanno deciso tre giornate di mobilitazione, dal 23 al 25 luglio, contro il blocco delle assunzioni e l’assenza di risposte da parte della direzione aziendale. A proclamarlo sono le sigle Filctem Cgil Parma e Usb Lavoro Privato, che da mesi denunciano lo stallo delle trattative con la proprietà, parte del gruppo Eni-Versalis.
Il piano industriale Eni-Versalis e le preoccupazioni occupazionali
Alla base del conflitto c’è l’adesione di Padanaplast al più ampio piano industriale in via di definizione da parte di Eni-Versalis. Il progetto prevede una razionalizzazione delle risorse umane e una revisione dei siti produttivi, con la chiusura degli impianti di cracking a Brindisi e Priolo e dell’impianto per il polietilene a Ragusa. Le ricadute occupazionali potenzialmente drammatiche stanno generando forte preoccupazione in tutto il gruppo e nel fronte sindacale, che teme la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Nel sito di Roccabianca, la tensione è cresciuta dopo l’ennesima richiesta di chiarimenti rimasta inascoltata da parte delle organizzazioni sindacali sul futuro dei lavoratori, in particolare su due temi: l’adeguamento dei livelli contrattuali e un piano concreto di assunzioni, almeno per coprire i prossimi pensionamenti. Ma le risposte ricevute durante l’ultimo incontro sono state giudicate vaghe, elusive e insufficienti.
Sciopero articolato e confronto rinviato
Lo sciopero, articolato in blocchi di quattro ore all’inizio o alla fine di ogni turno, coinvolgerà i diversi reparti dello stabilimento per tre giorni consecutivi. La decisione è maturata dopo la delusione seguita allo stop dello scorso 4 luglio, che aveva mobilitato l’intero stabilimento ma non aveva portato alcun riscontro concreto da parte dell’azienda.
La situazione è peggiorata quando, all’indomani della proclamazione del nuovo sciopero, la direzione ha deciso di rinviare a data da destinarsi l’incontro di aggiornamento su livelli e inquadramenti previsto per il 25 luglio. Quel confronto era atteso da settimane, soprattutto dopo l’assenza di risposte nell’appuntamento del 17 luglio, che aveva già lasciato l’amaro in bocca tra i lavoratori.
Relazioni sindacali in crisi: “Non ci stiamo a subire”
Le sigle sindacali denunciano un deterioramento delle relazioni industriali. Fino a pochi anni fa, spiegano, il confronto con l’azienda era duro ma sempre costruttivo. Ora, con l’ingresso di Eni-Versalis nella governance di Padanaplast, quel modello partecipativo sembra essersi incrinato. Le maestranze rifiutano una gestione che chiude spazi di trattativa e che non tiene conto né del contesto sociale ed economico del Paese, né delle esigenze dei lavoratori.
A Roccabianca si lavora in un clima di crescente frustrazione. L’incertezza su futuro e prospettive di stabilizzazione si somma all’assenza di garanzie salariali adeguate e alla mancanza di riconoscimento dei livelli professionali coerenti con le mansioni svolte. Le lavoratrici e i lavoratori chiedono dignità, sicurezza e rispetto del diritto alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
Una vertenza che si inserisce nello scontro Cgil–Eni
La mobilitazione di Padanaplast è parte di una vertenza ben più ampia che vede da mesi la Cgil opporsi al piano Eni-Versalis. Il sindacato contesta la logica della riduzione dei costi tramite tagli al personale e chiusure di impianti strategici, senza un reale confronto con le rappresentanze sindacali. In gioco c’è non solo il destino di migliaia di lavoratori, ma anche il futuro di interi territori industriali.
Le giornate di sciopero a Roccabianca saranno quindi anche un banco di prova per verificare se, e in che modo, l’azienda intenda recuperare un dialogo credibile con le parti sociali. Intanto, le maestranze hanno lanciato un messaggio chiaro: non accetteranno passivamente decisioni unilaterali che scaricano sui lavoratori il peso delle scelte strategiche del gruppo.