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“Siamo qui perché il nostro contratto è scaduto da più di sette anni e per fare in modo che la politica si accorga finalmente di noi, gli invisibili, e si renda conto di quanto sia importante il nostro lavoro per la collettività” spiega Alessandra, una delle lavoratrici dei multiservizi che oggi (21 ottobre) hanno occupato i cento segnaposti sistemati sul pavé di piazza Barberini, a Roma, perché la manifestazione nazionale unitaria del comparto si svolgesse nel rispetto delle norme anti contagio. “Le associazioni datoriali ci propongono un rinnovo del contratto a costo zero, ci chiedono maggiore flessibilità e vogliono decurtare i tre giorni di malattia. Noi rispondiamo che non cediamo di un millimetro – continua Alessandra, tenendo stretto il cartello con su scritto #ContrattoAdesso – perché cedere significherebbe calpestare la nostra dignità”.
Piazza Barberini è solo una delle tante occupate dalla mobilitazione del settore che comprende imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi: da Roma si tenevano le fila di una grande piazza virtuale che ne raccoglieva più di 40 dal resto del Paese – dalla Valle D’Aosta alla Calabria, dal Veneto alla Toscana, alla Sicilia – mettendo insieme oltre tremila lavoratori. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno organizzato questa rete di protesta per dare sostegno alla vertenza che coinvolge 600 mila addetti, in attesa del rinnovo del contratto e di un adeguamento salariale. Le manifestazioni e i presìdi in tutto il territorio nazionale erano iniziati da più di una settimana e da domani i lavoratori saranno in stato di agitazione.
Da Nord a Sud le restrizioni imposte dalle norme anti Covid-19 non hanno smorzato la determinazione dei lavoratori che da tutta Italia hanno rivendicato i bisogni nel comparto dei servizi in appalto di pulizie e sanificazione, chiamato a fornire un contributo essenziale per la tenuta del sistema Paese, nella prima fase emergenziale e nella seconda ondata ormai conclamata della pandemia. Proprio le storie di lavoro e le esperienze quotidiane delle lavoratrici e dei lavoratori del settore hanno trasformato le testimonianze delle singole esperienze in una unica voce, portata avanti dai sindacati al tavolo di trattativa, arenato nelle ultime settimane sulle posizioni delle associazioni imprenditoriali di settore Anip Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi e Unionservizi Confapi, Legacoop Produzioni e Servizi sorde alle richieste contrattuali e interessate a dilatare ulteriormente i tempi del rinnovo.
Dalla piazza romana si è levata la richiesta di riprendere i negoziati, per arrivare il prima possibile alla sottoscrizione di un rinnovo contrattuale che definisca aumenti economici congrui e dignitosi e l’evoluzione di un quadro normativo che implementi diritti e tutele e riconosca la prestazione svolta dai i lavoratori. La delegazione sindacale che è stata ricevuta dal sottosegretario al ministero del Lavoro Francesca Puglisi, composta dalle segreterie generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, ha esposto tutte le criticità registrate in un comparto che opera prevalentemente in regime di appalto, per committenze pubbliche, dove i sistemi al massimo ribasso si traducono con la precarietà dell’occupazione e con il taglio delle ore lavorate e delle retribuzioni.
Il ministero si è dichiarato disponibile ad attivare il confronto con le associazioni imprenditoriali per illustrare le istanze sindacali e sottolineare la necessità e l’urgenza di giungere quanto prima al rinnovo contrattuale. Inoltre, nel confronto con le imprese sarà posto il tema della salute e sicurezza rispetto ad un protocollo di settore che ancora non è stato sottoscritto. Sarà calendarizzato anche un incontro specifico sulle problematiche legate al sistema degli appalti di servizi, in relazione alla necessità di riqualificare l’occupazione in un settore sempre più essenziale per la prosecuzione delle attività pubbliche e private e per qualità dei servizi erogati. Se non arriveranno risposte concrete da parte delle associazioni datoriali, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti attiveranno lo sciopero di tutto il settore.