L’ennesima tragedia sul lavoro si consuma nei campi della Franciacorta. Un bracciante rumeno di soli 37 anni è morto colpito da un malore verso le 14 di oggi, 25 agosto, mentre lavorava alla raccolta dell’uva in località Cazzago San Martino.

Non è un caso che questa tragedia sia avvenuta nei giorni in cui il caldo torrido ha reso enormemente faticoso il lavoro nei campi. Per evitare tragedie del genere, l’Istituto nazionale del lavoro a luglio aveva emanato una circolare per la tutela dei lavoratori sul rischio legato al calore eccessivo, chiedendo una sospensione dal lavoro dalle 14 alle 17 proprio per evitare di far lavorare all’aperto nelle ore più calde. Un provvedimento diretto soprattutto agli operai agricoli, le cui mansioni prevedono un intenso sforzo fisico. E sicuramente la vendemmia è un lavoro faticoso.

Evidentemente per alcuni questa circolare dell’Inl è rimasta una semplice indicazione, altrimenti tragedie come questa avrebbero potuto essere evitate”, dichiara il segretario generale della Flai Cgil di Brescia, Enrico Nozza Bielli. “Come ogni anno - aggiunge - la Flai Cgil in questo periodo è nei campi della Franciacorta a distribuire acqua e cappellini anche per contrastare il caldo, particolarmente pericoloso in questa estate. Ma dalle nostre ricognizioni sul territorio, come Sindacato di strada, ci era apparso chiaro che alcune aziende sottovalutassero il problema. Bisogna poi considerare la realtà delle visite preventive per chi lavora in agricoltura; una pratica che deve essere potenziata, e soprattutto deve essere considerata come un vero atto di prevenzione, e non come un mero passaggio burocratico”.

In attesa che la magistratura accerti la dinamica dei fatti, la Flai auspica che “le aziende agricole non facciano lavorare le persone nelle ore più calde, almeno fino a quando le temperature non diventeranno più miti”.